Nel caso dello scatto di Yongzhi Chu, vincitore della sezione “Nature” dell’annuale concorso fotografico mondiale World Press Photo 2014, la storia è semplice, anzi, troppo vecchia: il terrore, la paura e la solitudine degli animali che vengono utilizzati per gli spettacoli del circo e la crudeltà di chi li sfrutta.
In particolare Chu ha realizzato il suo scatto presso la città di Suzhou, città cinese che affaccia pagode e ponti in pietra millenari sulle sponde del Fiume Azzurro, famosa per i suoi spettacoli di circo. Più di 300, secondo alcuni reportage, i piccoli circhi a gestione familiare che imprigionano e sfruttano migliaia di animali, dalle scimmie passando per i leoni, fino ad arrivare a tigri e orsi. Yongzhi Chu ha colto in questa foto una delle fasi di addestramento dei macachi, obbligati a furia di percosse, ad utilizzare biciclette (o trampoli) per il divertimento (senza coscienza) di molti spettatori e turisti curiosi. Lo scatto è potente perché potente è il terrore e lo sgomento che riconosciamo immediatamente nell’animale braccato, chiuso nella solitudine di un cortile in pietra che, con molta probabilità diventerà anche la sua tomba, prima o poi.
Il premio a Yongzhi Chu, fotografo documentarista fra i migliori al mondo che vinse il secondo premio nel concorso World Press sezione “Sport” anche nel 2013, ci racconta che il tema della violenza sugli animali è sempre attuale e che, laddove si premiano opere artistiche che denotano capacità di empatia e riconoscimento dell’altro, lo sfruttamento animale sale immediatamente alla ribalta. Questa foto, meritatamente, sta facendo il giro del mondo e con lei, lo speriamo, faranno il giro del mondo anche le riflessioni necessarie ed improrogabili, sui circhi e sulla violenza contro gli animali.
F.G
Foto: http://www.worldpressphoto.org/