Volpi modificate geneticamente per ottenere più pelle del normale e, di conseguenza, più pelliccia: una notizia shock che arriva dalla Finlandia, portata alla luce dall’associazione animalista finlandese Oikeutta Eläimille, da tempo impegnata a rendere pubblica la realtà nascosta dietro alla produzione di pellicce. Le immagini diffuse dall’associazione (nel video in alto) sono frutto di un’indagine negli allevamenti finlandesi e mostrano volpi grigie in gabbie piccolissime, deformate nel loro aspetto da accoppiamenti selettivi e interventi scientifici tanto da non essere più riconoscibili. Mentre un esemplare in natura raggiunge al massimo i 4/5 kg di peso, gli animali in questi allevamenti raggiungono addirittura i 20 kg, ovviamente a scapito del loro benessere: problemi di vista, difficoltà nei movimenti e impossibilità a camminare – dovute alle enormi pieghe in cui la pelle si distribuisce – sono solo la punta dell’iceberg. A questo, infatti, bisogna aggiungere la totale privazione di libertà, che porta questi animali ad assumere atteggiamenti di autolesionismo e perfino cannibalismo nei casi più estremi.
Il tutto, va ricordato, al solo scopo di massimizzare la produzione di pellicce, di cui la Finlandia è attualmente uno dei maggiori produttori a livello internazionale. La pelliccia prodotta con questi metodi cruenti, disumani e anacronistici – almeno secondo quanto riportato da Oikeutta Eläimille – sarebbe inoltre la stessa certificata con il marchio di lusso Saga Furs, venduto da grandi marchi della moda mondiale come Louis Vuitton e Michael Kors. Eppure in Finlandia esistono leggi che vietano l’allevamento selettivo che provochi sofferenza agli animali; leggi che però, a quanto pare, non vengono rispettate.
La situazione in Europa e in Italia
Mentre in Finlandia continuano a consumarsi simili orrori, la buona notizia è che sempre più paesi europei stanno dicendo addio alla produzione di pellicce: recentemente sia la Croazia, che vi ha rinunciato dallo scorso gennaio, che la Repubblica Ceca, dove gli allevamenti dovranno chiudere definitivamente i battenti entro il 2019, hanno detto “basta” a queste realtà. Un passo avanti che si va ad aggiungere a quello di altri 12 paesi – tra cui, per esempio, Olanda, Austria, Regno Unito, Bosnia e Croazia – che hanno bandito già da tempo questi tipo di attività. Nel nostro paese, invece, la situazione è in stallo: Essere Animali – grazie anche alla campagna “Visoni Liberi” – è da tempo in campo per la chiusura di 20 allevamenti di visone dislocati nel nostro paese e che, ogni anno, uccidono più di 180 mila esemplari. Il Parlamento italiano, però, deve ancora discutere le tre proposte di legge a riguardo.