Nuovo importante traguardo raggiunto dagli animalisti americani. La maggior associazione statunitense, la PETA, ha lanciato una campagna per chiedere di mettere al bando la lana d’angora nei capi di Benetton: dopo una protesta durata un intero giorno in molti punti vendita dell’azienda italiana e sulle sue pagine social, è arrivata l’immediata presa di posizione del gruppo. In un comunicato diffuso sul proprio sito web, Benetton «confrma la decisione di smettere di usare lana d’angora nelle sue collezioni di tutto il mondo». La linea d’abbigliamento italiana ha assicurato che la scelta si ripercuoterà su tutti gli oltre seimila negozi Benetton sparsi nel mondo.
La lana d’angora viene prodotta in particolar modo da conigli d’angora in Cina: i video diffusi dalle associazioni animaliste mostrano come, per ottenere la lana, questi animali vengano sottoposti a torture brutali. Da quando, anche grazie a PETA, è partita una campagna di sensibilizzazione per proteggere questi conigli, le loro esportazioni dalla Cina sono diminuite del 74%.
Benetton non è la prima grande azienda di abbigliamento a mettere al bando la lana d’angora: in febbraio la stessa decisione era stata presa dal gruppo Inditex, che controlla tra gli altri i marchi di Zara, Pull & Bear, Bershka e Massimo Dutti. Anche in quel caso, a scuotere le coscienze, era intervenuta la PETA. L’associazione animalista, sul proprio sito internet, ringrazia tutti quelli che hanno preso parte alla campagna.
La foto è tratta dal sito di PETA