Riprendono coscienza e si dimenano mentre sono appesi ai ganci, squartati vivi o storditi con i pugni sulla testa. E’ quanto ha mostrato il video del mattatoio francese che sta scuotendo la nazione, pubblicato su Youtube dall’associazione animalista L214 il 29 marzo 2016. Il video fa riferimento al macello di Mauléon-Licharre, in Aquitania ed è stato girato con una telecamera nascosta poco prima di Pasqua.
I dettagli
Gli atroci abusi su vitelli e agnelli sono stati commessi in uno stabilimento di poco più di 30 dipendenti che tratta ogni anno circa 3.000 tonnellate di carne commercializzate con il marchio “Label Rouge”: prodotti di alta qualità, certificati come ‘biologici’ e venduti a clienti anche molto noti, come lo chef stellato Alain Ducasse. Il direttore del macello, Gérard Clémente, minimizza: “Sono anni che cerco di migliorare le condizioni di macellazione, cerco di essere presente il più possibile, ma appena volto le spalle certi operatori colpiscono gli animali”. Garantisce però che questi dipendenti verranno licenziati.
I precedenti
Il video di L214 su Mauléon-Licharre è solo uno dei filmati resi pubblici negli ultimi mesi. I media francesi si sono occupati di recente anche di due altri macelli: quello di Vigan e quello di Alès in cui si vedono animali appesi vivi al soffitto, sgozzati ancora coscienti, storditi con scariche elettriche o asfissiati con biossido di carbonio. “Siamo incapaci di uccidere gli animali senza farli soffrire. Quando parliamo di uccidere con umanità e dignità ci raccontiamo delle favole” ha sentenziato la portavoce di L214 Ethique, Brigitte Gothière.
Gli sviluppi
Contro il macello di Mauléon-Licharre, oltre alla denuncia presentata da L214 per abuso e crudeltà, si sono scagliati il sindaco, Michel Etchebest, che ha fatto chiudere il centro a titolo preventivo e per una durata indeterminata in attesa delle indagini e Stéphane Le Foll (nella foto a sinistra), ministro dell’Agricoltura, che ha ordinato ai prefetti di avviare entro un mese ispezioni specifiche sulla protezione animale nei mattatoi nazionali e ha chiesto la sospensione immediata per le attività che non rispettano le regole.
La situazione in Italia
François Tomei, direttore di Assocarni, si dice disgustato dalle immagini. “Questi episodi intollerabili non sono riconducibili ai macelli industriali, bensì ai piccoli di paese che non possono investire e fare formazione del personale. C’è tutto un mondo industriale che in Italia rispetta le regole. Nel settore della carne il principio ‘piccolo è bello e grande è male’ non vale“. Gli animali avviati all’abbattimento, racconta invece il direttore esecutivo di Animal Equality Italia Matteo Cupi, “sono stressati sin dalla nascita, si feriscono durante l’allevamento e nel trasporto e subiscono maltrattamenti anche nell’istante della loro morte“. Nel complesso, ammettono le associazioni animaliste, è difficile fornire una valutazione complessiva dei macelli in Italia ma, come sottolineato da Annamaria Pisapia, direttrice della sezione italiana del Ciwf (Compassion in World Farming), “c’è attenzione sugli animali più grandi e ci si dimentica però che nel 2015 in Italia sono stati uccisi oltre 500 milioni di polli. Spesso, poi, lo stordimento obbligatorio prima dell’abbattimento non funziona”.
Yuri Benaglio