Che i salotti televisivi non fossero la sede ideale per discutere della scelta vegana è ormai noto da tempo: ce lo ricordano trasmissioni come “Porta a Porta” o “Piazza pulita”, in cui il vegan non è mai stato raccontato per quello che è realmente. La puntata di “Dalla vostra parte” di sabato 18 novembre (nel video qui in alto) – condotta dal giornalista Marcello Vinonuovo e trasmessa in prima serata su Rete 4 – ce ne ha dato un’ulteriore conferma.
Quasi come su un ring e come in ogni talk show che si rispetti, troviamo schierati (e agguerriti) gli ospiti invitati alla trasmissione, tra chi si dichiara “pro” e chi “contro” la scelta di non mangiare carne. Nel primo gruppo Daniela Martani, ex concorrente del Grande Fratello vegana da tempo, ma anche un gruppo di persone fruttariane che sostengono l’importanza di non cibarsi di prodotti animali e di gran parte della verdura che abbiamo a disposizione non tanto per motivazioni etiche, quanto per ragioni salutistiche. Insieme a loro anche un’intera famiglia di Peschiera del Garda composta da padre, madre e cinque figli, tutti crudisti.
Dall’altro lato, invece, alcuni convinti sostenitori della scelta “carnista” come il cuoco Gianfranco Vissani e il giornalista Giuseppe Cruciani, già noto per essersi schierato più volte contro i vegani. Accanto a loro anche Vittorio Sgarbi, critico d’arte e scrittore, e l’immancabile siparietto del macellaio fiorentino Dario Cecchini – apparso più volte in tv durante dibattiti del genere – in collegamento dalla sua macelleria in Toscana e intento a tagliare (arrivando provocatoriamente anche a baciarli) pezzi di carne cruda. Il dibattito, insomma, si prospetta non lontano da tutto quello a cui abbiamo già assistito in tv: vegani, crudisti e fruttariani presentati come macchiette, personaggi definiti dal conduttore stesso come “integralisti” che hanno abbracciato una filosofia di vita fuori dal mondo. Gli ingredienti per il “massacro mediatico” dei vegani, dunque, non mancano di certo.
Bisogna dire anche che l’imparzialità che dovrebbe – almeno in teoria – fare da sfondo a questo tipo di dibattito tv, viene meno. Tra tutti citiamo il servizio in cui una signora romana non più giovanissima (e quindi, con molta probabilità legata a un certo tipo di alimentazione tradizionale) viene accompagnata al mercato, dal giornalista di turno, a fare la spesa “normale”: dello stracchino, dei bocconcini di pollo e della bresaola. Di lì a poco la tappa diventa invece il “negozio vegano”, in cui la signora viene invitata ad assaggiare e acquistarne le “imitazioni vegane”. Il confronto, basato sui prezzi e sull’opinione della donna, è impari: quasi sei euro in più per mangiare le stesse quantità di alimenti vegetali. L’intento, ovviamente, è quello di dimostrare che mangiare vegan sia costoso, una scelta per pochi privilegiati.
In realtà, sappiamo bene che è possibile mangiare vegano risparmiando, anche perché – come ci ricorda SSNV – una dieta a base vegetale varia ed equilibrata è già di per sé sufficiente per stare in salute, senza bisogno di sostituire la carne o il formaggio con dei “surrogati”.
Tra botta e risposta serrati e toni sempre più accesi, la Martani prova a spiegare le motivazioni legate alla scelta vegana, citando le ragioni etiche ma anche quelle ambientali, ricordando come gli allevamenti intensivi stiano distruggendo il pianeta. Nel momento in cui Vissani le urla “sei troppo bella per fare questi discorsi”, però, è chiaro come il livello della discussione abbia preso una piega che non vorremmo più vedere, men che meno in televisione. In tutto questo, però, è l’intervento di Vittorio Sgarbi a sorprendere: pur ripetendo più volte di mangiare carne – ma guadagnandosi comunque il titolo di “Sgarbi vegano” in sovrimpressione – pare schierarsi a favore della scelta vegana.
“Per istinto – afferma – preferisco mangiare verdure e primi piatti in cui non ci sia carne perché credo che l’atto di uccidere un animale sia contro la creazione di Dio. Ho una visione religiosa del Creato e mi pare che sia un po’ improbo mangiare un animale che sia stato ucciso”. Affermando poi di comprendere le motivazioni di Cruciani e dichiarando che ai suoi tempi c’erano i vegetariani “che non rompevano i coglioni, credo comunque che non si stia tenendo in considerazione che siamo di fronte a un passaggio di sensibilità inevitabile. La cultura del veganesimo non può essere messa in discussione, è un’evoluzione naturale“. E, rivolgendosi direttamente alla presa di posizione di Vissani e Cruciani, aggiunge: “Siete in una piega della storia sbagliata, ormai siete superati“.
Quello che è certo è che, alle soglie del 2018, vorremmo vedere superati dibattiti vuoti come questi, che presentano al grande pubblico una versione della scelta vegana decisamente lontana dalla realtà.
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