Colpo di scena nella cronaca della vicenda che qualche settimana fa ha visto protagonisti un escursionista trentino e un orso. L’uomo aggredito dall’animale mentre si trovava con il suo cane su un sentiero dalla vegetazione molto fitta, ha raccontato la sua versione immediatamente dopo l’accaduto e le sue parole sono state raccolte da Claudio Groff, responsabile settore grandi carnivori, servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento che ha raccontato il tutto durante un’intervista su Radio 3 Scienza condotta da Marco Motta. Informazioni che, fino a questo punto, non erano state ancora divulgate.
“L’uomo ha riferito che, passeggiando, ha sentito una presenza alle sue spalle – spiega Groff – ha visto l’orso che, correndogli incontro si è fermato ad un metro da lui. L’escursionista ha reagito per paura dando una bastonata in testa all’orso, allora l’animale lo ha aggredito trascinandolo per una gamba e ferendolo poi ad un braccio”. L’animale, come racconta Groff, si è poi allontanato perché distratto dal cane che abbaiava, allontanandosi.
Ascoltata la versione dei fatti ENPA ha dichiarato: “Con buona pace di tutti coloro i quali non avevano perso tempo nell’invocare la forca per il povero orso, al presidente della provincia Ugo Rossi e all’amministrazione provinciale di Trento, che hanno dimostrato di non essere in grado di gestire la situazione né di informare o sensibilizzare i cittadini sui comportamenti corretti da tenere, chiediamo di trarre le necessarie conseguenze, fermando una inaccettabile caccia all’orso”.
Errore umano, quindi, dato che sempre secondo Groff, con altissima probabilità l’orso in questione è una femmina con dei cuccioli: “Lo verificheremo in modo definitivo con le analisi genetiche ed è probabile che l’orso stesse riposando fra i cespugli e la presenza del cane sia stata l’effetto scatenante, perché i cani se liberi possono raggiungere l’orso e poi spaventati, portare l’orso verso l’uomo”.
Durante l’intervista, in ogni caso, Groff ha ricordato che, nonostante le richieste di ENPA e di moltissimi cittadini, il protocollo è chiaro e sarà l’orso, una volta individuato il soggetto con le analisi, ad avere la peggio: “In un caso come questo, ossia una femmina che attacca in presenza di cuccioli, anche se si tratta di un comportamento naturale, il legislatore ha previsto che si debba procedere con la rimozione del soggetto dal territorio o mettendolo in cattività, oppure abbattendolo“.
La tutela della popolazione umana viene prima: “La presenza degli orsi è importante perché è un aspetto fondamentale della biodiversità, fa parte dell’eco sistema alpino dato che gli orsi sono su questo territorio da prima dell’uomo stesso, ma se vogliamo zero danni e zero rischi dovremmo avere zero orsi, zero linci… il patto deve essere con la popolazione locale, devono adeguarsi gli uni e gli altri. La nostra priorità, in ogni caso, è la popolazione generale degli orsi e non il singolo orso.”
Rimane attiva la petizione lanciata da ENPA “Nessuno tocchi l’orso” che al momento ha raggiunto quasi 80mila sostenitori.