Catturati o uccisi nel Mediterraneo per scopi alimentari, per sport o per servire da richiamo nella caccia: è il destino con cui 25 milioni di uccelli selvatici devono fare i conti ogni anno. E l’Italia è quasi leader in questa classifica al contrario.
Il report
Gli scienziati di BirdLife International (di cui la Lipu è rappresentante per l’Italia) hanno recentemente pubblicato nella rivista scientifica Bird Conservation International, un report, diffuso dalla Lipu, proprio in occasione della Giornata mondiale degli uccelli migratori. E l’Italia, purtroppo, con 5,6 milioni di uccelli uccisi o catturati, è al secondo posto dopo l’Egitto nella classifica di 18 Paesi esaminati. Concentrandoci sul Belpaese, le stragi maggiori riguardano fringuelli (tra i due e i tre milioni), pispole, pettirossi, frosoni e storni.
La classifica:
Gli effetti dell’agricoltura intensiva
Philip Lymbery, direttore di Ciwf (Compassion in World Farming) International, la maggiore organizzazione internazionale per il benessere degli animali da allevamento, racconta nel libro “Farmageddon” (“Il vero prezzo della carne economica”) un altro tema da non sottovalutare: l’intensificazione dell’agricoltura e i danni da essa provocati.
Lymbery enuncia alcuni dati: dieci milioni di uccelli, appartenenti a dieci specie diverse, sono scomparsi dalla campagna inglese tra il 1979 e la fine del secolo. Un altro studio, della Oxford University, cita 116 specie (un quinto di quelle presenti in Europa) a rischio o in via di estinzione. Secondo lo European Bird Census Council, inoltre, dal 1980 al 2014 la popolazione degli uccelli tipici degli ambienti agricoli ha subìto un declino totale del 52%. Perché?
Perché spariscono i campi e le fattorie tradizionali dove colture e animali si alternavano, mentre i contadini usano sempre più prodotti chimici per fertilizzare il suolo impoverito ed eliminare piante e insetti infestanti. Come racconta l’edizione 2011 del rapporto The State of Birds, più del 97% dei pascoli e delle praterie posseduti da compagnie private sono scomparsi per lo più perché convertiti in terreno agricolo anche e soprattutto per produrre cibo per gli animali da allevamento.
La giornata degli uccelli migratori
Istituita nel 2006 per sensibilizzare sull’importanza della tutela degli uccelli migratori, la Giornata mondiale è organizzata da due istituzioni internazionali, Cms (Convenzione sulla conservazione delle specie migratrici selvatiche) e Aewa (Accordo sulla conservazione degli uccelli migratori africani, europei e asiatici), che operano sotto l’egida del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep). Lo slogan di quest’anno era “E quando i cieli diverranno silenziosi?“, un monito inquietante che fa appunto riferimento ai milioni di uccelli migratori che scompaiono con sempre maggiore frequenza a causa di uccisioni, catture, commerci illegali e altre minacce alla biodiversità. Insomma, per mano dell’uomo. A breve il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti convocherà una conferenza per definire e adottare con il ministero dell’Agricoltura, le Regioni, le Forze dell’Ordine, le associazioni ambientaliste e venatorie ulteriori misure necessarie per contrastare il fenomeno.
Yuri Benaglio