Una buona notizia, dunque, per le centinaia di migliaia di animali che – loro malgrado – vengono coinvolti quotidianamente in attività “ricreative” che ledono la loro dignità e soprattutto la loro salute: si parte dai tanto innocui quanto inutili selfie con tigri ed elefanti fino ad arrivare a vere e proprie escursioni sul dorso degli animali, costretti a estenuanti ore di fatica per accontentare le migliaia di turisti, provenienti da tutto il mondo, desiderosi di “farsi un giro”. Pensiamo poi al famoso “Tempio delle tigri” in Tahilandia (nella foto in alto), un santuario che – fortunatamente – ha chiuso i battenti e che ben poco aveva di “sacro”: animali magnifici come le tigri rinchiusi in gabbie piccolissime oppure sedate, a disposizione dei turisti per una foto ricordo o una carezza al loro maestoso mantello striato. Ma anche gli animali marini sono vittime del turismo moderno: basti pensare ai delfinari, vere e proprie “prigioni dorate” in cui i delfini si esibiscono in numeri spettacolari insieme agli addestratori o, ancora peggio, vengono costretti nuotare con maldestri turisti che si aggrappano alle loro pinne per essere trainati nell’acqua.
Ma esiste davvero un turismo cruelty-free? Certamente sì, esistono anche tour operator che propongono pacchetti vacanze vegan-style: è il caso di RossPa Vegan, attività nata per dare la possibilità ai turisti di trovare una corrispondenza con il proprio stile di vita anche quando è fuori casa.