Due focolai di infezione e quasi 70mila animali abbattuti tra tacchini e galline. È successo nel ferrarese dove nelle ultime settimane è stata individuata in due diversi allevamenti la presenza dell’influenza aviaria. In un terzo allevamento limitrofo, si è proceduto in via precauzionale all’abbattimento di animali sani, ancora immuni al virus.
Il primo episodio si è verificato a fine aprile e ha interessato un allevamento biologico di galline ovaiole, dove era stato riscontrato un calo della produzione di uova e un aumento della mortalità delle galline. Circa 17mila quelle che sono state subito abbattute su indicazione delle autorità sanitarie. Nel giro di due settimane, il secondo focolaio in un allevamento industriale di tacchini che fa parte della filiera Amadori evidenziato dalle analisi dopo che il veterinario dell’azienda aveva riscontrato un incremento sospetto di animali morti. Qui a essere abbattuti sono stati tutti i 50mila tacchini maschi di circa 2 mesi presenti nell’allevamento.
In entrami i casi, a essere individuato dall‘Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, è stato il virus influenzale A sottotipo H7N7 dell’aviaria. Considerato ad alta patogenicità, questo virus comporta gravi sintomi negli animali sia a livello respiratorio che del sistema digerente e nervoso fino a causarne la morte (il tasso di mortalità è molto elevato in tutte le specie di pollame). Non a caso, in un dispositivo diramato dal Ministero della Salute la scorsa settimana, si sottolinea che “i virus influenzali aviari ad alta patogenicità possono determinare epidemie di ingente gravità con rilevanti conseguenze per la produzione avicola e possibili rischi per la salute umana”. Il Ministero ha disposto quindi un monitoraggio straordinario di tutti allevamenti industriali di tacchini da carne di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte per identificare la presenza di altri focolai di infezione e verificare la possibile estensione del contagio.
Già in un terzo allevamento del ferrarese, sempre della filiera Amadori, qualche giorno fa sono stati abbattuti, per precauzione, altre migliaia di tacchini sani non infetti. Secondo le prime analisi, il virus sarebbero stato trasmesso alle galline del primo allevamento per contagio da uccelli selvatici.
La Regione Emilia Romagna ha rassicurato sul fatto che “allo stato attuale il virus H7N7 isolato non ha mostrato la capacità di trasmettersi da uomo a uomo” e che “il consumo di carni avicole e di uova non comporta nessun pericolo di trasmissione all’uomo del virus influenzale”. Resta certamente allarmante l’elevato numero di animali abbattuti nelle ultime settimane in un territorio di dimensioni ridotte, non a caso tra quelli a più elevata concentrazione di allevamenti avicoli intensivi a livello nazionale.
Silvia De Bernardin