Lo scorso 6 giugno il quotidiano italiano “La Stampa” ha titolato un articolo con queste parole:”The Lancet “promuove” la carne”, ma il contenuto dello studio apparso sulla storica rivista scientifica non è affatto quello. La carne rimane sempre fra i cibi che vengono indicati come “da limitare” e associati alla definizione “non salutare”, quindi nessuna novità in vista. Andiamo con ordine e capiamo bene di che cosa stiamo parlando.
Che cosa dice lo studio?
Lo studio si intitola “Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990–2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017″ è stata finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation, e queste sono le sue premesse e lo scopo della valutazione avvenuta nei 27 anni presi in esame:
Un’alimentazione non ottimale è un importante fattore di rischio che si può prevenire per le malattie non trasmissibili (MNT); tuttavia, il suo impatto sul peso delle MNT non è stato valutato sistematicamente. Lo studio mirava a valutare il consumo dei principali alimenti e nutrienti in 195 paesi e a quantificare l’impatto della loro assunzione non ottimale sulla mortalità e la morbilità (ossia la frequenza percentuale di una malattia in una collettività, ndr). delle MNT.
Quali sono i risultati delle analisi comparative effettuate secondo lo studio pubblicato da The Lancet?
Un elevato apporto di sodio, un basso apporto di cereali integrali, e un basso apporto di frutta, sono stati i principali fattori di rischio alimentare per i decessi e i DALYs a livello globale e in molti paesi. A livello globale, nel 2017 il consumo di quasi tutti gli alimenti e le sostanze nutritive sane non era ottimale. I maggiori divari tra l’assunzione corrente e quella ottimale sono stati osservati per frutta a guscio e semi, latte e cereali integrali.
In sintesi rispetto alle linee guida di riferimento per un’alimentazione sana, lo studio ha riscontrato che quello che non viene consumato abbastanza sono i cibi elencati e che fanno parte della catergoria “alimenti sani”.
E la carne?
Nello studio viene spiegato chiaramente che a fronte di una carenza nell’assunzione di cibi come frutta, frutta secca e cereali integrali, invece il consumo di carne rossa e carne lavorata supera di molto quello raccomandato, leggiamo infatti:
Parallelamente ad un consumo alimentare sano non ottimale, l’assunzione giornaliera di tutti gli alimenti e le sostanze nutritive non salutari ha superato il livello ottimale a livello globale. Il consumo di bevande zuccherate (49 g al giorno) è stato di gran lunga superiore all’assunzione ottimale. Analogamente, il consumo globale di carne lavorata, 4 g al giorno, superiore del 90% rispetto alla quantità ottimale e di sodio 6 g al giorno, superiore dell’86% alla quantità ottimale, è stato di gran lunga superiore ai livelli ottimali. L’assunzione globale di carne rossa (27 g al giorno) era superiore del 18% rispetto all’assunzione ottimale.
Insomma nello studio non esiste nessuna “promozione” della carne, bensì la valutazione che la carne non è fra i primi fattori di rischio ma solamente perché lo sono la mancata assunzione di altri alimenti salutari e la carne rossa e lavorata viene associata chiaramente alle parole “sostanze nutritive non salutari“. E’ chiaro quindi che sostenere, come ha fatto “La Stampa” che lo studio smentisce “fake news” sulla carne è un errore. Anche il sito dedicato alle analisi delle bufale informative, Butac, ha citato e analizzato il caso chiarendone gli aspetti.
The Lancet: “Alimentazione a base vegetale” chiave per salvare il mondo