La Svizzera potrebbe dire addio agli allevamenti intensivi o, quantomeno, essere costretta a rivederne alcune modalità di gestione. Forte del sostegno di oltre 100mila firme raccolte in meno di un anno e mezzo, la messa al bando degli allevamenti su scala industriale sarà, infatti, sottoposta al voto popolare già nei prossimi mesi.
L’iniziativa popolare
“No agli allevamenti intensivi in Svizzera” è il titolo dell’iniziativa popolare, promossa della principali associazioni animaliste e ambientaliste elvetiche, ma anche da rappresentanze degli agricoltori come Bio Suisse che, dalla metà del 2018, è stata sottoscritta da decine di migliaia di cittadini svizzeri. La campagna chiede che venga modificato l’articolo 80 della Costituzione con l’inserimento del divieto di allevamento “finalizzato alla produzione più efficiente possibile di prodotti derivati da animali, nell’ambito del quale il benessere di questi ultimi è leso sistematicamente”. Una modifica che comporterebbe una revisione degli standard e delle regole relative sia alla macellazione sia alla gestione e organizzazione dei luoghi nei quali vivono gli animali.
“Il 50% di tutti i suinetti allevati in Svizzera viene macellato senza mai vedere il cielo“, ha spiegato commentando l’iniziativa, Meret Schneider, condirettore del think tank Sentience Politics sui diritti degli animali, tra i coordinatori dell’iniziativa. “Oltre l’80% dei polli allevati in Svizzera non sta mai in piedi su un prato in vita sua e raggiunge già il peso della macellazione quando ha solo 30 giorni”. Queste, di fatto, le “scioccanti condizioni compatibili con la legge svizzera sulla protezione degli animali”, ricordano le associazioni animaliste. Per non parlare degli impatti ambientali dell’allevamento, con la necessità, per il Paese, di importare 1,2 milioni di tonnellate di mangine ogni anno per la produzione di prodotti di origine animale. Starà ora al Governo fissare i tempi per il voto popolare sulla proposta di modifica costituzionale richiesta con le firme depositate alla Cancelleria federale di Berna qualche giorno fa.
Gli altri provvedimenti a difesa degli animali
“Il fatto che siamo stati in grado di presentare questa iniziativa in tempi così rapidi mostra quante siano le persone che in Svizzera si preoccupano degli animali. La maggior parte di loro – ha commentato Silvano Lieger, condirettore di Sentience Politics – non è a conoscenza della quantità significativa di individui che vengono ancora allevati in condizioni insopportabili. L’agricoltura industriale è inaccettabile e dovremmo usare il potere della democrazia diretta anche per renderla illegale”. E’ quello che la Svizzera ha fatto recentemente anche con altri due importanti provvedimenti che hanno vietato la vendita dei cosmetici testati sugli animali e la cottura, così come la conservazione su ghiaccio, delle aragoste.