A zero impatto ecologico, costruita con materiale riciclato e dotata di un sistema di fitodepurazione delle acque: sono queste le caratteristiche dell’“isola che non c’era”, l’eco-isolotto galleggiante costruito dagli studenti del Liceo Decio Celeri di Lovere, piccolo borgo situato sulle sponde del lago d’Iseo.
L’idea è nata durante un laboratorio creativo durante il quale i ragazzi si sono soffermati sui mezzi di trasporto che solitamente utilizzano per recarsi a scuola. Fra di essi il vaporetto ha fatto da spunto per il progetto: creare un mezzo di trasporto che in più fungesse anche da depuratore delle acque, unendo l’utile all’ecologico.
È così iniziato un progetto eco-sostenibile che sembrava realizzabile solo su carta, ma che ben presto è diventato una realtà di ben 24 metri quadrati di superficie. Gli studenti si sono occupati personalmente della raccolta di trentamila bottiglie di plastica riciclata usate per creare lo scafo e hanno chiesto aiuto ai retifici di Monte Isola per avere il materiale necessario al completamento della base galleggiante.
Ma come funziona l’eco-zattera? A bordo è presente un sistema di fitodepurazione delle acque capace di trattare fino a duecento litri di acqua all’ora. Sulla piattaforma sono state posizionate due vasche con piante, ghiaia, sabbia e batteri in grado di filtrare le acque del lago, mentre un ulteriore sistema di filtri si occupa dell’eliminazione dei metalli pesanti e delle microplastiche. Ovviamente l’“isola che non c’era” si muove solo attraverso un pannello fotovoltaico, perché l’energia per pulire il lago non può che essere green.
Il varo si è tenuto a ottobre ma il progetto degli studenti non si ferma: è prevista infatti per il 28 settembre 2019 la partenza dell’eco-zattera proprio dal comune di Lovere per compiere un giro di 250 giorni lungo il lago, fino ad arrivare a Castro l’8 giugno del 2020, dopo aver toccato le sponde di ben 16 paesi: Lovere, Costa Volpino, Pisogne, Marone, Sale Marasino, Peschiera Maraglio, Sulzano, Iseo, Clusane, Paratico, Sarnico, Predore, Tavernola Bergamasca, Siviano e Riva di Solto.
Duecentocinquanta giorni sembrano tanti ma per i creatori dell’eco-zattera è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica e far conoscere ai giovani, ai turisti e alle autorità dei comuni che si affacciano sul Lago d’Iseo l’impatto dell’inquinamento sulla fauna e sulla flora lacustre. Perciò l’“isola che non c’era” rimarrà attraccata in ciascun porto per diversi giorni e sarà a disposizione di tutti coloro che vorranno visitarla per vivere in prima persona l’esperienza ecologica. Saranno gli stessi studenti del liceo a presentare il progetto, a mostrare i dati relativi al tasso di inquinamento delle acque e soprattutto si confronteranno con i coetanei sull’importante tema dell’eco-sostenibilità lacustre alla ricerca di altre soluzioni per combattere l’inquinamento delle acque.
Chissà che questa zattera possa diventare un modello per altri studenti o addirittura un vero e proprio strumento replicabile da portare anche in tanti altri laghi e specchi d’acqua del nostro paese.
di Valentina Fassi