28/10/2013 – Aggiornamento
Anche se il milione di firme è stato da poco raggiunto, Stop vivisection chiede uno sforzo in più: aggiungere cento mila firme all’obiettivo originario entro il 1° novembre.
In questo modo, anche se dopo i controlli che saranno effettuati per verificare l’autenticità delle firme se ne troverà qualcuna falsa, gli organizzatori della petizione saranno ragionevolmente certi di avere raccolto il giusto numero di consensi “regolari”.
Li aiutiamo?
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L’iniziativa è nata per dar voce alle proteste di sempre più numerosi cittadini europei che hanno giudicato l’ultima direttiva sulla vivisezione, approvata dal Parlamento europeo l’8 settembre 2010, inaccettabile sia per le enormi sofferenze che crea agli animali, sia perché non richiede l’obbligo di prendere in considerazione metodi scientifici alternativi anche qualora fossero disponibili.
Si legge sulla pagina dedicata alle motivazioni della petizione:
“La Direttiva 2010/63/UE, […] In contrasto con la precedente Direttiva datata 1986, proibisce che gli Stati Membri emanino leggi che garantiscano ai propri animali da laboratorio condizioni migliori di quelle stabilite dalla Direttiva stessa. E consente di sperimentare su cani e gatti randagi.
Una clausola di salvaguardia apre la porta all’utilizzo delle scimmie antropomorfe e consente che gli Stati membri autorizzino ‘il ricorso a una procedura che causa dolore, sofferenza o angoscia intensi che potrebbero protrarsi e non possono essere alleviati’.
Tra i metodi di soppressione umana degli animali, la Direttiva elenca la dislocazione del collo, la distruzione del cervello, il biossido di carbonio, il colpo da percussione alla testa, la decapitazione, il colpo a proiettile libero con fucili o pistole, l’elettrocuzione, il dissanguamento (Allegato IV).
Cosa gravissima, infine, la Direttiva 2010/63/UE non rende obbligatori i metodi sostitutivi neppure laddove esistono.”
Si aggiunga l’appello di una parte degli scienziati che ritengono che il cosiddetto “modello animale” non sia predittivo per l’uomo, sia poco affidabile e privo di valore scientifico.
Ecco perché secondo le associazioni che supportano Stop vivisection la sperimentazione animale rappresenta:
– un pericolo per la salute umana e per l’ambiente,
– un freno allo sviluppo dei nuovi metodi di ricerca biomedica fondati sulle straordinarie acquisizioni scientifiche del nostro tempo,
– un ostacolo alla possibilità di attingere alle risposte ben più affidabili, esaurienti, veloci ed economiche, forniteci dalle nuove tecnologie pertinenti per l’uomo.
Servono ancora poco più di 8.000 firme per raggiungere l’obiettivo.
Se voleste firmare anche voi… il link è questo!