Il panettone è duro e puro: Motta, azienda storica milanese quest’anno per il suo tradizionale spot natalizio ha voluto rimarcare il concetto della tradizione “contro” gli ingredienti “strani”. “Il Panettone Motta è il Panettone originale, – scrive l’azienda sul suo canale YouTube. Per questo, Motta non intende rinunciare alla sua ricetta. Anche se oggi vanno di moda ben altri ingredienti.” Questa affermazione è rivolta a chi? Ai consumatori che hanno chiesto delle alternative? Al mondo vegano e bio che cresce e porta via fette di mercato alla tradizione? O è solamente una trovata – azzeccata – per far parlare di sé?
Il video delle polemiche
La voce dello spot parla chiaro: tofu tritato, seitan e alghe tritate, papaya e bacche di goji sono gli ingredienti che Motta non ha intenzione di utilizzare per preparare il suo tradizionale panettone. La tradizione culinaria è da salvare, il messaggio è più che chiaro: ma si salva solamente qualcosa che è in pericolo. Da dove arriva questo pericolo? Secondo Motta “dalla moda”: ancora una volta i consumatori e le loro esigenze vengono interpretate dalle grandi aziende come bizzarrie momentanee, capricci passeggeri e allora è mamma-Motta, in questo caso, a dover prendere per mano i suoi consumatori e farli rinsavire. Era già successo con Barilla che, attraverso le parole di Paolo Barilla vicepresidente dell’omonima azienda di famiglia durante un incontro tenutosi alla Camera dei Deputati lo scorso anno, aveva sentenziato sul tema dell’olio di palma: “E’ solo un’isteria di paese“. L’isteria, però, deve aver funzionato dato che su 107 prodotti Mulino Bianco in assortimento 106, ora, sono senza olio di palma.
Le reazioni del pubblico e la parodia
Le reazioni si sono divise in tre fazioni: quelle dei sostenitori sfegatati del panettone (che collimano in alcuni casi con i detrattori del vegan), coloro i quali (vegani) si sono sentiti offesi dalla pubblicità sostenendo che Motta dimostra la sua ignoranza dicendo che seitan e tofu possano essere utilizzati per il panettore, e coloro che, sempre numerosi, plaudono all’ironia (sono della stessa squadra che sorride alle gag di Maurizio Crozza sul vegan). Chi vince? Nessuno, o meglio, forse Motta che sta mostrando il suo spot sempre di più e non solo in televisione. Ma le reazioni non sono state solo social: i ragazzi di Vegan Chronicles, web series, che racconta con ironia la vita e le vicende dei vegani, ha immediatamente realizzato una parodia dello spot, ribaltando i punti di vista. Sul web la parodia, al momento, ha più visite dello spot originale.
La moda è una vecchia storia
Resta solo da spiegare alle grandi aziende che la scelta vegana non è una moda e che se la tradizione è cultura pare proprio che la cultura vegan, che affonda le sue radici fin nella filosofia greca, loro non la conoscano affatto al contrario di chi fa questa scelta e che, invece, la tradizione culinaria “classica” la conosce fin troppo bene anche nel suo “dietro le quinte”, scegliendo di non voler prendere parte ad un’industria che non ha più nulla di sano e di tradizionale. La politica è in mano a chi compra e con questo le grandi aziende ci fanno i conti, spot più o spot meno.