E’ grande, è gentile, è un gigante e mangia solo cetrionzoli. E’ il GGG, l’eroe vegetariano dell’omonimo romanzo del 1982, che arriverà presto nelle sale cinematografiche. Diretto da Steven Spielberg e prodotto dalla Disney “Il gigante gentile” racconta infatti la storia fantasiosa di una ragazzina e del gigante buono che la introduce alle meraviglie e ai pericoli del Paese dei Giganti. Tratto dal celeberrimo romanzo del grande narratore per ragazzi, Roald Dahl, il film è atteso per il 1° luglio 2016 negli Stati Uniti (a settembre in Italia).
La storia, trasposta grazie anche alla tecnica della performance capture (una tecnologia cinematografica che permette di catturare movimenti ed espressioni facciali di un soggetto reale per poi applicarli ad un personaggio virtuale), pone al centro l’amicizia tra il GGG (Grande Gigante Gentile) e Sophie, una bambina di 10 anni che viene rapita e condotta dal gigante nel regno fantastico da cui proviene. Anche se il GGG è a tutti gli effetti un gigante non ha però nulla da spartire con gli altri suoi simili: prima di tutto è dolce e amichevole, educato e perbene, parla in un modo assolutamente buffo e irresistibile e di professione cattura i sogni con un apposito retino, li imbottiglia e li colloca poi nella sua immensa collezione per soffiarli, infine, ogni notte, nelle stanze dei bambini addormentati, mediante una portentosa tromba. Inoltre lui, coi suoi 7 metri di altezza, le sue enormi orecchie e un acuto senso dell’olfatto, è l’unico della sua specie a nutrirsi solo ed esclusivamente di verdure. Mentre giganti senza scrupoli come il Crocchia-ossa, il San Guinario e l’Inghiotticicciaviva sono noti per cibarsi di popolli (alias esseri umani), il GGG preferisce nutrirsi solo di “cetrionzoli”, strani vegetali neri un po’ disgustosi, ricoperti di protuberanze rugose e strisce bianche. Sophie e il GGG però, con l’aiuto nientemeno che della regina d’Inghilterra, riusciranno a fermare gli spietati mostri mangiauomini e convertirli infine anch’essi a una sana dieta a base di cetrionzoli.
Serena Porchera