Educare i bambini (anzi, i genitori…) al rispetto per i piccoli animali marini: quelli a portata di secchiello. Parte dalla Liguria, la campagna di sensibilizzazione Secchiello stop.
La campagna
L’iniziativa Secchiello stop, che parte dalle spiagge della Riviera di Ponente – in particolare da Diano Marina – per coinvolgere altri Comuni liguri e alcune associazioni ambientaliste, mira a vietare la raccolta per puro divertimento di tutte le creature marine che vivono nelle acque basse, in spiaggia o sugli scogli. Nei secchielli e nei retini finiscono spesso e volentieri granchi, patelle, piccoli pesciolini, meduse e altro: il loro destino, dopo ore in un secchiello sotto al sole a temperature esagerate, è segnato anche in caso di liberazione. Un destino che fa rima con morte.
Come dicevamo, l’iniziativa ha ricevuto il plauso di biologi e ambientalisti. La biologa Monica Previati in un’intervista a La Stampa ha dichiarato:
“La patella ferruginea è un mollusco, a oggi il principale invertebrato marino a rischio di estinzione e per questo uno dei più protetti dalla legislazione comunitaria e internazionale. La sua sfortuna è stata quella di essere la più grande patella del Mediterraneo, con un diametro che può arrivare fino a 8 cm e per questo raccolta indiscriminata a scopo alimentare, collezionistico o come esca per la pesca. Il prelievo degli individui più grandi, che sono femmine adulte sulla cui conchiglia di frequente vivono i piccoli (che quindi vengono uccisi con la raccolta della madre), ha aggravato drammaticamente i risultati negativi di una raccolta eccessiva e incontrollata”.
Ma la patella è purtroppo solo uno degli esempi possibili: dal dattero di mare ai cavallucci marini, tanti sono gli animali marini a rischio di estinzione perché commestibili o perché belli da collezione. Facciamoci una domanda: vale la pena tutto questo per venti minuti di svago dei nostri figli?
Le parole della promotrice
Giovanna Giordano, presidente del Lions Club di Diano Marina e promotrice del progetto, rivela che l’obiettivo principale è sensibilizzare le persone nei confronti dell’ambiente marino, spesso sottovalutato:
“Dobbiamo imparare che un granchio o una patella hanno la stessa utilità e dignità di una farfalla o di un uccellino: non permetteremmo mai ai nostri figli di giocare con una farfalla per poi lasciarla morire dentro ad una scatola, né faremmo fare una fine così atroce a una lucertola o ad un uccellino. Dobbiamo quindi portare per il mare almeno lo stesso rispetto che portiamo per la terra“.
Più osservazione, meno possesso
Perché non cambiamo prospettiva e non ci limitiamo all’osservazione delle cose? Perché ne pretendiamo il possesso ad uso ricreativo e personale? Ogni piccola creatura marina ha la sua dignità e soprattutto utilità: una dignità e un’utilità che trovano specifica realizzazione nel preciso punto in cui noi li troviamo. Non dentro a un secchiello. Cerchiamo negli anfratti o sugli scogli, prendiamo una maschera e andiamo in profondità: mettiamoci in un angolo ad ammirare la bellezza incommensurabile della natura. Più osservazione e meno possesso: questo è il primo insegnamento da diffondere ai nostri figli. L’empatia.
“E’ nella prima infanzia che si sviluppano le basi della personalità. Esempi sbagliati possono incidere sullo sviluppo sociale dei piccoli, rafforzare concetti specisti, far credere che il dominio degli altri, specialmente dei più deboli, sia il modo per affermarsi e trovare la propria autostima. Quando questi atteggiamenti si sono radicati, vivendo in un contesto di violenza o indifferenza ai diritti degli altri, possono essere difficili da superare”.
Queste sono parole di Giacomo Bottinelli, autore del libro Educare al rispetto degli animali. Sviluppo dell’empatia e del riconoscimento dell’altro in età evolutiva (promosso dalla LAV e diffuso gratuitamene alle scuole e famiglie che ne facciano richiesta), intervistato recentemente da Vegolosi.it. C’è altro da aggiungere?
Bambini e animali: l’empatia si impara da piccoli – Intervista
Yuri Benaglio