Occhi piccoli, naso appuntito simile al muso di un maiale e pelle violacea sul dorso, ma bianchissima sul ventre: ecco i segni particolari della nuova specie di rana che alcuni ricercatori hanno scoperto di recente nella catena montuosa Western Ghats in India.
Nota come rana viola di Bhupathy o rana scavatrice, questo anfibio utilizza la sua lunghissima lingua per catturare i piccoli insetti di cui è ghiotto e appartiene al genere Nasikabatrachus sahyadrensis, di cui attualmente fa parte solo un’altra specie conosciuta. Non si tratta propriamente di una bellezza, ammettiamolo, ma sicuramente di un esemplare di rana interessante per la sua capacità di adattamento all’ambiente: grazie alle zampe dotate di piccoli artigli, questo animale è infatti in grado di muoversi agevolmente e trascorrere gran parte della propria esistenza sotto terra. Un’evoluzione incredibile avvenuta nel tempo per sfuggire ai lunghi periodi di siccità che caratterizzano queste zone.
Le uniche escursioni all’aperto avvengono durante il periodo delle piogge monsoniche, durante le quali le rane viola escono per accoppiarsi. Come spiegano i ricercatori, i maschi iniziano a emettere forti vocalizzazioni per attirare le femmine, con le quali si accoppiano all’interno dei ruscelli che scorrono in prossimità delle montagne. La cosa stupefacente è che, una volta nati, i girini non vivono in acqua come quelli di molte specie di rane, ma trascorrono qualche mese aggrappati a delle rocce in prossimità di corsi di acqua o cascate, dove si nutrono di alghe fino al momento di addentrarsi nei cunicoli sotterranei. “È il tempo massimo che questa specie trascorre in superficie in tutta la sua vita”, spiega Karthikeyan Vasudevan, biologo coautore della ricerca.
Nonostante gli anfibi siano uno dei gruppi di animali più a rischio estinzione sul pianeta, ad oggi gli studiosi non sono ancora in grado di affermare quante specie di rane e altri anfibi esistano. E parlando di animali “strani”, incredibili ma purtroppo anche in pericolo per mano dell’uomo, non possiamo dimenticare l’armadillo rosa, mammifero argentino vittima del mercato nero.
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