Sfruttamento animale e moda: questa volta a farne le spese cono gli scarafaggi Maquech – tipici dell’America centrale e meridionale – trasformati in “gioielli”. Questa terribile pratica è una tradizione consolidata specialmente in Messico, dove da sempre è piuttosto comune imbattersi in venditori di “spille” e “fermagli” vibi di questo genere. Ricoperti sul dorso con oro e pietre semi-preziose e legati con una piccola catenella dorata, in modo che non scappino, questi animali diventano infatti accessori da sfoggiare in quello che – una volta di più – altro non è se non l’asservimento degli animali per compiacere l’uomo e le sue stranezze.
Gioielli scarafaggio: lo sfruttamento animale tra leggende e moda
Quella di utilizzare insetti vivi come gioielli è una tradizione antichissima e radicata specialmente in Messico: qualcuno la fa risalire perfino alle civiltà precolombiane, anche se questi “gioielli” godono ancora oggi di un’enorme popolarità in queste zone. Quanto durano queste creazioni? Gli animali possono vivere dai tre ai quattro anni, quindi il tempo in cui è possibile sfoggiarle risulta limitato. Le catenelle e le pietre vengono fissate all’esoscheletro degli animali tramite delle resine che, una volta asciugate diventano molto dure. Secondo alcune dichiarazioni riportate dalla viva voce di uno dei commercianti di questi animali pare che la resina, in ogni caso, non danneggi l’animale in nessun modo.
Nel 2006 anche la PETA di espresse negativamente su questa usanza sud americana, anche se molto antica anche se secondo l’associazione è molto complicato intervenire su questo genere di abusi perché difficilmente individuabili alla fonte e perché spesso i commercianti tengono gli scarafaggi in condizioni di vita abbastanza adatte alle loro caratteristiche etologiche, rendendo difficile l’intervento della legge.
Esistono perfino delle antiche leggende legate a questi particolari “accessori”: la più nota racconta che in un tempo lontano a una principessa fu negato il consenso di sposare l’amato e che questa, distrutta dal dolore, avesse smesso di mangiare e di bere. Per mettere fine alle sue pene d’amore, uno stregone la trasformò in uno scarafaggio, così da consentirle di trascorrere il resto della sua vita sul petto dell’uomo amato, come una splendida spilla gioiello.
Al di là dei racconti di fantasia, quello che è certo è che negli ultimi anni questa moda anacronistica ha conquistato anche gli Stati Uniti: dall’idea del fashion designer americano Jared Gold, infatti, nel 2006 nacque la linea di gioielli Roach Brooches, anche in questo caso si trattava di scarafaggi sui quali erano state applicate delle pietre preziose e agganciate delle catenelle. Andati sold out in poche ore, questi animali venivano venduti ad un prezzo variabile tra i 65 e gli 80 dollari l’uno.
In un mondo in cui il cruelty-free è sempre più glam, mentre sono sempre di più i grandi marchi che si aprono alla moda vegana – pensiamo, per esempio, a Hugo Boss o Reebok – stupisce e fa riflettere questo attaccamento insensato alle tradizioni. Che si tratti di pellicce, cuoio o animali vivi degradati a semplici oggetti, poco cambia: il buon senso suggerisce una strada diversa da percorrere, subito.