Vegolosi

Statua della porchetta: PETA si offre di sostituirla con un ulivo

La statua della porchetta di Amedeo Longo, esposta in piazzetta della Malva nel centro storico di Roma.

Alla fine, la controversa statua della porchetta istallata a Trastevere e realizzata per “celebrare” il Made in Italy, è stata rimossa il 25 giugno scorso. Pochi giorni prima, l’associazione animalista Animal Liberation Front (ALF) l’aveva tinta di vernice rosso sangue per richiamare l’attenzione sui 12 milioni di maiali uccisi ogni anno solo in Italia a scopi alimentari. Il gesto aveva visto l’appoggio di tanti cittadini, animalisti, vegetariani e vegani, ma non solo, a Roma e sui social, ma al contempo aveva suscitato la protesta delle istituzioni, che lo avevano bollato come “atto di violenza”. La statua è stata dunque rimossa per essere restaurata, ma ancora non si sa se tornerà o meno al suo posto.

Intanto, l’organizzazione PETA si è offerta di riempire lo spazio lasciato vuoto dall’opera con una piantina d’ulivo, a simboleggiare un tributo agli animali che soffrono e a tutte le persone che si erano sdegnate per il messaggio lanciato dalla statua. Inoltre, spiega Patrizia Re, consulente aziendale dell’associazione, anche l’ulivo e i suoi frutti sono simbolo di italianità, e la presenza dell’albero sulla piazza romana può costituire un piacevole sfondo alle foto di turisti e passanti.

Un simbolo di buon auspicio

Nella lettera indirizzata alla sindaca Virginia Raggi e alla presidente del Municipio Sabrina Alfonsi, PETA sottolinea come ai maiali negli allevamenti sia negata una vita dignitosa. I maiali sono animali giocosi, amichevoli e molto protettivi; sono capaci di rispondere al proprio nome, imparare dei trucchetti, giocare a calcio e conducono una vita sociale complessa, provando empatia per i loro simili, riconoscendo le voci dei propri compagni e “cantando” ai cuccioli durante l’allattamento.

Ma negli allevamenti, la vita dei maiali è completamente diversa. La PETA ricorda l’indagine effettuata da Animal Equality in uno stabilimento lombardo, dove gli animali vivevano sovraffollati in condizioni estremamente antigieniche, e manifestavano chiari sintomi di stress. Nei dintorni dell’allevamento, la LAV aveva rinvenuto poi una fossa dove le carcasse degli animali erano ammassate, a conferma del fatto che i maiali sono visti come oggetti e non come animali dotati di una propria individualità.

Per fortuna, il trend sembra prendere una piega positiva: al momento, un romano su dieci afferma di non mangiare animali, e nel corso del 2020 le ricerche correlate al mondo vegan su Google sono aumentate del 47%: il veganismo è sempre più popolare e il mercato degli alimenti plant-based è destinato a esplodere, evidenziano tutte le analisi economiche di settore.

È in questo contesto che la pianta di ulivo proposta dalla PETA si inserirebbe come un vero e proprio simbolo di vita e di pace, ma anche del cambiamento in atto. Come riporta Patrizia Re: “È appropriato che la statua della “porchetta” sia stata eretta nella stessa città del Colosseo. I nostri discendenti guarderanno indietro alla crudeltà da noi perpetrata verso i maiali con lo stesso orrore che noi proviamo al pensiero di leoni, tigri ed elefanti massacrati per intrattenimento.”