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Rimini, delfinario dichiara fallimento, EA: “La fine di 50 anni di sfruttamento”

Dopo oltre 50 anni di attività e di spettacoli con gli animali, lo storico delfinario di Rimini ha dichiarato fallimento. Come riporta infatti l’associazione Essere Animali – che da anni lottava in prima linea per la chiusura del centro – nei giorni scorsi la società che gestiva l’ormai ex-delfinario si è dichiarata fallita, dopo che già la scorsa estate la struttura era rimasta chiusa per mancanza di alcuni permessi necessari alla consueta apertura estiva.

Lasceranno dunque l’ex delfinario le otarie che da quattro anni a questa parte venivano “noleggiate” da altre strutture per le esibizioni, dopo il sequestro dei delfini, trasferiti a Genova, avvenuto nel 2013. I gestori del delfinario, infatti, furono accusati dalla Procura della Repubblica di sottoporre gli animali  a “comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche e quindi incompatibili per la loro natura, anche sottoponendoli a trattamenti idonei a procurare un danno alla salute degli stessi con conseguenti gravi sofferenze“. Da lì scaturì un processo contro il delfinario, a carico dei gestori della struttura e dei veterinari coinvolti: secondo quanto riportato dall’On. Bernini del Movimento 5 Stelle, infatti, non solo il delfinario avrebbe continuato a operare con autorizzazioni fittizie, ma venivano anche somministrate agli animali dosi di calmanti per sopperire all’aggressività degli stessi, dovuta alla mancanza di spazio a cui erano costretti.

Delfinario di Rimini: una vicenda complessa

Quello tra il Comune di Rimini e l’ex delfinario è un contenzioso che dura da tempo: quest’ultimo, infatti, nei mesi scorsi sarebbe stato accusato di abusivismo per la realizzazione, negli anni Ottanta, di alcune opere di ristrutturazione – come le rampe di accesso esterne, la sala per l’impianto dei filtri d’acqua e i bagni – per le quali erano stati rilasciati solo dei permessi temporanei dall’amministrazione comunale, ora considerati scaduti.

L’ex delfinario, naturalmente, ha presentato un’istanza contro il Comune – chiedendo i permessi per la riapertura, oltre alla sospensione della diffida con cui veniva resa obbligatoria la demolizione degli abusi edilizi accertati – che però è stata respinta in primo grado dal Tar dell’Emilia Romagna. “Il fallimento del delfinario di Rimini è un risultato storico per il movimento animalista – ha dichiarato ai nostri microfoni Claudio Pomo, responsabile delle campagne di comunicazione di Essere Animali – Grazie  a numerose campagne, proteste e azioni legali si sono conclusi 50 anni di sfruttamento degli animali. E soprattutto è il segno del fatto che gli spettacoli con animali sono qualcosa di anacronistico, che finalmente stiamo iniziando a lasciarci alle spalle. In Italia rimangono attivi ancora due delfinari (presso il parco Oltremare di Riccione e presso il parco acquatico Zoomarine, Torvaianica, ndr), il prossimo passo deve essere la loro chiusura”.

La legge, però, è cambiata

Un grande passo avanti, naturalmente, che però rappresenta solo una goccia nel mare: di recente, infatti, la legge italiana è cambiata e consente ai delfinari di garantire l’ingresso in vasca al pubblico, come già accade per esempio in Messico o negli Stati Uniti. “Questi animali sono ridotti a veri e propri clown  ha dichiarato in merito Joan Gonzalvo, biologo marino specializzato in delfini tursiopi – Gli animali che i bambini e il pubblico vedono, non sono delfini, sono animali robot, allenati a fare azioni che attirino l’attenzione, ma non sono affatto gli animali che vedrebbero in natura. Qualsiasi documentario in tv sarebbe più educativo”.

Non solo in Italia, però, è aperta la “questione delfinari”: la Francia, per esempio, pareva aver detto definitivamente addio ai delfinari, ma a quanto pare non è così. Come riporta infatti il quotidiano francese Le Monde, il Consiglio di Stato ha annullato il decreto ministeriale che imponeva, tra le altre cose, il divieto di far riprodurre in cattività delfini e orche.

Carne di delfino al ristorante in Italia