“C’è una sorta di pigrizia se vivi in una società dove le cose accadono e basta. Le persone forse erano vagamente a disagio per quello che stava accadendo in Germania ma al contempo pensavano: “Oh beh, tutti gli altri stanno facendo così”. A parlare è Richard Dawkins, biologo evoluzionista vegetariano con un curriculum di tutto rispetto. Nato nel 1941 a Nairobi (Kenya) ha studiato zoologia a Oxford. E’ diventato prima docente dell’università di Berkeley, California, o poi di Oxford nel 1970. Il suo libro The God Delusion del 2006 ha venduto 3 milioni di copie.
In una lunga intervista al Times discute, tra i più ampi temi quali la religione, l’infarto che lo ha colpito e l’amministrazione Trump, anche e soprattutto la sua scelta di non mangiare più carne e la pone in relazione (come Peter Singer prima di lui) con lo sterminio nazista.
Il crimine a cui siamo oggi insensibili, come i tedeschi degli anni ’30, è secondo Dawkins, fervente ateo, proprio il mangiar carne. Non temere il giudizio di Dio per lui, non significa non temere nessun giudizio, specialmente quello della Storia: lo specismo del 21° secolo un giorno verrà visto come noi oggi consideriamo il razzismo del 20° secolo.
“Poniamo l’umanità su un piedistallo alto miglia rispetto al territorio circostante. Un feto umano che ha approssimativamente l’anatomia e la capacità cerebrale di un verme, possiede una maggiore importanza sociale di uno scimpanzé adulto. E gli scimpanzé hanno a loro volta più diritti delle mucche. Quando mi passa davanti uno di questi camion carichi di animali e attraverso le sbarre strette vedo i loro occhi pieni di paura fare capolino, penso ai vagoni treno diretti ad Auschwitz“.
Un pensiero questo che però fa a pugni con la sua scelta privata in fatto di alimentazione: “Seguo una dieta completamente vegetariana a casa. Al college opto sempre per l’opzione vegetariana ogni volta che posso ma quando gli amici mi invitano a cena non voglio sentirmi un fastidio per loro. Suppongo di essere un flexitariano”. Ma del resto il rifiuto della carne non deriva da questioni di carattere etico o di empatia verso gli animali ma dal puro rigore della logica. “Secondo il credo specista si tratta soltanto di animali, che in quanto tali non provano terrore. Ma il panico non mi sembra il tipo di esperienza che richiede intelletto per essere provata. Pensate a che cosa sia la paura: qualcosa che avverte l’animale di non rifare più ciò che ha fatto”.
Sebbene Dawkins non abbia abbracciato la filosofia vegana e non segua una dieta strettamente vegetariana, considera queste due scelte di vita le più auspicabili per il futuro del pianeta. E’ di fatto la stessa posizione controversa che spesso ha causato a Singer accese critiche: “Penso che sia più importante provare a produrre un cambio verso la giusta direzione che essere personalmente puri. Capita che se state mangiando con qualcuno in un ristorante e il piatto vegan che avete ordinato arriva con un po’ di formaggio grattato sopra, qualche volta i vegani ne fanno una gran questione e lo rimandano indietro e questo può significare del cibo sprecato. Sarebbe meglio limitarsi a mangiare, perché la gente poi pensa “Oh mio dio questi vegani…”.