Vegolosi

Pulcini torturati, video shock di Animal Equality

Gettati nei sacchi della spazzatura ancora vivi, lasciati agonizzare o uccisi a colpi di mazze di acciaio. E’ il triste destino dei pulcini scoperto dopo due anni di indagine in Spagna da Animal Equality, celebre organizzazione internazionale per la Difesa degli Animali presente proprio in Spagna, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e in altri Paesi, europei e non.
Chiusi in incubatori industriali ancor prima di nascere e destinati alla produzione di carne di pollo, i pulcini sono stati ripresi in diversi momenti della giornata nella terribile ‘catena di montaggio‘ a cui sono sottoposti. Le immagini dei video che sono stati diffusi non lesinano particolari molto crudi: se ritenuti inutilizzabili perché malati, vengono privati della testa o soffocati dentro sacchi di plastica da un’operatore che svolge il suo compito in maniera meccanica e impersonale. L’orrore spagnolo è però l’orrore dell’industria intensiva della carne in tutto il mondo occidentale, che agisce allo stesso modo.
A dimostrazione di questo, il nostro Ministero della Salute ha diffuso nelle scorse ore i risultati di uno studio svolto sulla carne di pollo allevato in Italia, secondo il quale, la resistenza agli antibiotici sviluppata dal pollo avrebbe ormai raggiunto livelli preoccupanti: le indagini svolte sugli ultimi campioni prelevati negli allevamenti hanno rilevato infatti la presenza di numerosi antibiotici utilizzati in maniera sconsiderata per debellare le malattie sviluppate dagli nel loro brevissimo ciclo di vita (in media 40 giorni). Le condizioni di sovraffollamento di capannoni e stalle rendono frequente lo sviluppo di patologie che vengono trattate all’istante: se anche un solo pollo si ammala, tutti vengono preventivamente curati per evitare il contagio. Così facendo, però, gli antibiotici stessi perdono effetto poiché i batteri diventano sempre più resistenti, danneggiando anche il consumatore di carne di pollo poiché questa resistenza è trasmissibile agli esseri umani tramite l’alimentazione.
A recepire la minaccia e a tentare di porvi un freno è stato il Parlamento Europeo che giovedì ha approvato l’aggiornamento della normativa europea in materia di medicinali a uso veterinario, vietando il trattamento antibiotico preventivo e collettivo degli animali e promuovendo la ricerca di farmaci di nuova generazione. Françoise Grossetete, eurodeputata francese del gruppo del Ppe e una delle promotrici dell’iniziativa, ha dichiarato: “La lotta contro la resistenza agli antibiotici deve iniziare nelle aziende agricole. Con queste iniziative speriamo di ridurre il numero degli antibiotici che finiscono nel piatto dei consumatori”. 

Yuri Benaglio