Quale sarà la nuova frontiera dell’industria mondiale? Secondo i dati Euromonitor, nonostante la crisi globale abbia sconvolto gli equilibri economici, per le aziende è ancora possibile investire, ma su di un settore inaspettato, fino ad ora considerato di nicchia: i prodotti ad etichetta “vegan”.
E’ proprio l’industria del veg, infatti, quella che cresce più velocemente in Europa occidentale, e non solo. In realtà la vegan economy non ha solo avuto una crescita vertiginosa nel giro di pochissimo tempo, ma crescerà nuovamente in maniera esponenziale nei prossimi anni: si stima infatti, un +5% annuo dal 2015 fino al 2020. Sempre secondo Euromonitor, i mercati vegani che cresceranno più velocemente a livello mondiale nei prossimi quattro anni saranno quelli di Cina (+17,2%), Emirati Arabi (+10,6%) e Australia (+9,6%).
Ewa Hudson, direttore del settore Salute e benessere per Euromonitor International, spiega che “l’etichetta “vegan” dei prodotti è uno dei settori principali per guardare al futuro. Un numero crescente di aziende sta sviluppando la richiesta dei consumatori riguardo lo stare lontani da ingredienti di origine animale, quando possibile. La crescente domanda e la richiesta di prodotti proteici vegetariani e vegani indica la direzione verso la quale il mercato si sta muovendo in questo momento“. In Inghilterra, per esempio, è stato rilevato come i prodotti contenenti cioccolato siano cresciuti dell’8,7% dopo aver precisato sull’etichetta che si trattava di un prodotto vegano.
L’industria del veg rappresenta oggi una buona fonte di investimento anche per il fatto che si tratta di un’industria di ampio respiro. Per “prodotti vegani” infatti, non si intendono solo ed esclusivamente i prodotti alimentari, ma anche prodotti cosmetici, quelli di abbigliamento oppure di cibo per animali: il mercato ha intercettato che la tendenza vegana è in evoluzione sotto ogni suo aspetto. Questa realtà è resa evidente anche dal fatto che i prodotti vegani sono sempre più facilmente reperibili, anche nelle grandi distribuzioni (molti supermercati, ad esempio, hanno gamme di prodotti dedicate).
L’Italia, a questo proposito, risulta, insieme alla Germania, uno dei Paesi più vegetariani della UE. Gli ultimi dati Eurispes, infatti, accertano che il 7,1% degli italiani si dichiara vegetariano e l’1% vegano: sommando le due pratiche, si può affermare che l’8% degli italiani segue una dieta esclusivamente “verde”, preferita principalmente per motivazioni legate alla salute e al benessere (per il 46,7%). Dal 2010 i consumi di carne diminuiscono costantemente del 5% l’anno, mentre si assiste a un incremento esponenziale dei prodotti consumati da vegani e vegetariani, come ad esempio l’aumento del 17% nel 2015 della vendita di latte di soia, riso o mandorla.
Nonostante la crisi, dunque, quella del veg è un’industria sulla quale è ancora possibile investire aprendo il mercato a una scelta di prodotti, non solo di tipo alimentare, sempre più ampia.
Camilla Gaetano