Una petizione per chiedere al Ministero della Salute di “intervenire con urgenza per modificare la nuova proposta di linee guida, confermando in maniera inequivocabile la possibilità di avere un menu alternativo per ragioni etiche, culturali o religiose, senza bisogno di certificati medici“.
Sulla questione della proposta di modifica delle Linee guida per la ristorazione collettiva si muove Ssnv: la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana ha, infatti, inviato a fine gennaio una lettera aperta al Ministero per contestare il documento e chiederne una correzione e ora ha lanciato una raccolta firme via mail per sostenere tale richiesta. Al centro delle osservazioni sollevate dell’associazione che riunisce i principali esperti medici italiani di alimentazione a base vegetale, il mancato rispetto dei diritti costituzionali espresso dalle nuove linee guida, ma anche l’assenza di riferimenti scientifici a sostegno di quanto dichiarato nel documento.
Cosa dice la proposta di modifica delle Linee guida per la ristorazione collettiva
Diffuso in sordina, il documento con il quale potrebbero essere riviste le modalità di accesso a tutte le forme di ristorazione pubblica, dagli ospedali alla carceri passando, ovviamente, per le mense scolastiche, di fatto comporterebbe la possibilità di ottenere menu che rispondono a esigenze etiche, religiose o culturali (quindi anche quelli vegetariani o vegani) solamente dietro presentazione di prescrizione medica. Come abbiamo documentato ampiamente anche noi di Vegolosi.it, a pagina 25, nella sezione E4 delle nuove Linee guida dove si parla di ambito ospedaliero e scolastico – rileva la Ssnv “gli autori dapprima dichiarano che c’è la necessità ‘di programmare diete che rispondano alle specifiche esigenze etiche, culturali, religiose di differenti gruppi’, ma, poche righe dopo, ‘consigliano’ ai gestori delle mense di non concedere menù differenti da quello di riferimento – definito ‘dieta mediterranea’ – se non in caso di patologie accertate”. Soprattutto, afferma il documento del Ministero della Salute, “le diete di esclusione (in cui siano assenti singoli alimenti o interi gruppi alimentari) devono essere fatte unicamente sulla base di indicazioni specifiche ed a seguito di un percorso diagnostico ad hoc, validato e documentato da prescrizione medica“.
Un modifica sostanziale che interesserebbe prima di tutto chi segue un’alimentazione a base vegetale, ma non solamente. “Se le nuove linee guida venissero approvate, nessuno avrebbe più il diritto di richiedere in mensa, all’ospedale o in altra struttura pubblica, un menu che rispetti le sue convinzioni etiche, culturali e religiose. Di fatto – rileva Ssnv – tutti sarebbero obbligati ad adeguarsi a un unico menu, definito ‘menù mediterraneo’, che contiene carne, pesce, latticini e uova. Le persone che desiderano includere i cibi vegetali ma escludere una o più categorie di prodotti animali non potrebbero più farlo”.
Le osservazioni della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana
Nella lettera aperta che Ssnv ha inviato a fine gennaio ai Ministeri della Salute, dell’Ambiente e della Politiche agricole e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, ci sono 4 domande che i medici sottopongono alle istituzioni.
1 – La prima riguarda il mancato rispetto dei diritti costituzionali: le nuove linee guide non rispetterebbero, infatti, quanto previsto dalla Costituzione in fatto di non discriminazione e tutela delle opinioni e delle scelte dei singoli.
2 – Poi, c’è la domanda di fondo sottesa a tutta questa vicenda: perché questo cambio di rotta da parte del Ministero? Le Linee Guida che attualmente regolano la ristorazione collettiva scolastica datate 2010, affermano chiaramente che “vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori.” Il 5 maggio 2016, il Ministero della Salute emise una nota tesa a ribadire tale principio, in particolare riferito ai menù vegetariani e vegani. La nota stigmatizzava le linee di indirizzo regionali obsolete che “impropriamente sconsigliano la scelta vegetariana e quella vegana”. E, allora, si chiede Ssnv perché questo passo indietro a fronte di nessuna modifica sul piano costituzionale e del rispetto delle scelte dei cittadini né di nuovi contributi scientifici sul tema dell’alimentazione a base vegetale?
3 – Proprio sul tema delle basi scientifiche alle quali farebbe riferimento il nuovo documento, la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana evidenzia come la nuova posizione assunta dal Ministero non prenda in esame “la mole della letteratura disponibile, che sostiene i vantaggi sia ambientali che salutistici di modelli alimentari a base di cibi vegetali” né la posizione recentemente espressa anche dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’Onu a proposito del rapporto tra alimentazione a base vegetale e cambiamenti climatici.
4 – Ancora una volta, Ssnv ricorda l’ampia bibliografia scientifica che indica l’alimentazione vegetariana e vegana come appropiata a ogni fase della vita, compresa l’infanzia. Alla luce di tutto ciò, si chiedono i medici, “perché è stato permesso di inquinare queste linee guida con evidenti pregiudizi e non sono stati indicati eventuali conflitti di interesse di coloro che hanno collaborato alla stesura del documento?”.
Le richieste di Ssnv e la petizione
Nella lettera inviata alle principali istituzioni che hanno voce in capitolo sulla definizione delle Linee Guide, Ssnv ha chiesto di eliminare tutta la sezione del documento che introdurrebbe l’obbligo di prescrizione medica per i menu etici e religiosi e di inserire una sezione “che confermi in maniera inequivocabile l’attuale posizione del Ministero” sul tema della scelta di questi menu. Ovvero, che “per tutti questi tipi di menu la mensa deve accettare la richiesta della persona stessa, o dei genitori in caso di minore, senza bisogno di alcun certificato medico, dato che queste richieste non sono legate ad alcuna patologia”.
“Confido che linee guida così impositive non vengano approvate e si rimanga nell’attuale situazione, in cui ogni cittadino ha il diritto di scegliere cosa mangiare sulla base delle proprie scelte etiche, culturali e religiose, senza bisogno del certificato medico per poter seguire le proprie convinzioni”, spiega la dottoressa Luciana Baroni, presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, che ha invitato anche le associazioni di consumatori a prendere posizione.
Intanto, mentre online, soprattutto sui gruppi Facebook di genitori e famiglie veg si susseguono da settimane richieste di chiarimento sulle Linee Guide e sulla loro applicazione (è bene ricordare che il documento non è ancora stato approvato in via definitiva dalla Conferenza Unificata e non è quindi entrato in vigore), Ssnv chiede di sostenere le proprie richieste di modifica al documento con una petizione via mail (che può essere sottoscritta qui).
Nel frattempo la nostra redazione ha contattato il Ministero della Salute con una richiesta formale di intervista ad uno dei firmatari delle modifiche, il dottor Giuseppe Plutino. Al momento la risposta che abbiamo ottenuto dall’Ufficio Stampa del Ministero stesso, dal quale deve passare la richiesta di intervista è stata la seguente, in data 29.01.20
“Gent.ma,
in riferimento alla sua richiesta la informiamo che, attualmente, il testo sta subendo ulteriori modifiche, pertanto, il dott. Plutino potrà essere intervistato solo dopo la pubblicazione del testo definitivo sulla pagine del ministero della Salute.”
Una risposta che ci ha lasciati con grossi dubbi dato che il problema è proprio l’approvazione del testo definitivo e che l’intervista voleva andare a chiarire tutte le domande espresse anche dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, fra le quali anche il perché il dottor Plutino, firmatario della nota del 2016 che spiegava come non fosse affatto necessario un certificato medico per mangiare veg a scuola, abbia firmato con altri, questo nuovo testo.