“Ci sono piccoli pezzi di plastica nel pesce che mangi”. Così comincia il video dedicato all’inquinamento marino e pubblicato dalla pagina Facebook The Farm Project che si occupa di temi legati proprio all’ambiente. “Solo in Europa lo scorso anno le persone hanno ingerito 11.000 pezzettini di plastica” attraverso il consumo di sushi e pesce in genere a causa delle tonnellate di rifiuti che ogni anno riversiamo nei nostri oceani. Insomma, la plastica finisce in mare, i pesci la mangiano, noi mangiamo i pesci che hanno mangiato la plastica: è un paradossale cerchio della vita.
Come mostra il video, c’è così tanto inquinamento nei nostri mari che non è difficile trovare pesci cresciuti letteralmente attorno a dei pezzi di immondizia o tartarughe infilzate da forchette di plastica. Se questo trend vergognoso dovesse continuare nel 2050 l’oceano conterrà più plastica che pesce.
La cosa ancor più scioccante è che non esiste nessun luogo della Terra che non sia contaminato in qualche misura dalla plastica: come spiega il video, alcuni ricercatori hanno trovato in una delle più remote isole del Sud Pacifico (e del pianeta) ben 18 tonnellate di plastica che le onde e le mareggiate avevano portato a riva mese dopo mese.
E’ chiaro che il cambiamento è urgente e parte da gesti anche molto semplici: utilizzare bottiglie di vetro per l’acqua o quanto meno assicurarsi che quelle in plastica che usiamo siano riciclate, prediligere filtri per purificare l’acqua di casa e renderla potabile anziché comprarla al supermercato. Non sono accorgimenti difficili da mettere in atto eppure fondamentali: basti pensare che dai 300 miliardi di bottiglie di plastica prodotte nel 2006 si è passati a 480 miliardi nel 2016.
Continuare così è impensabile e rimboccarsi le mani doveroso; come disse Edmund Burke: “Nessuno commise un errore più grande di colui che non fece nulla perché poteva fare poco”.
Plastic Oceans: l’istallazione che ci trasforma in pesci – Video