Avrebbe potuto essere il serpente vivente più lungo del mondo, il pitone reticolato catturato in un cantiere edile nei pressi di un cavalcavia nel quartiere turistico di Paya Terubong a Penang, in Malesia. “Avrebbe” sì, perché nel giro di tre giorni dalla cattura è morto. Secondo le prime stime effettuate sul posto, questo esemplare femmina di pitone, che pesava 250 chilogrammi ed era lungo circa 8 metri, avrebbe potuto scalzare dal trono Medusa, l’attuale detentrice del Guinness dei primati, che misura 7,67 metri, appartiene alla stessa specie, ed è stata trovata in Missouri, negli Stati Uniti, nel 2011 (oggi è visibile alla Edge of Hell Haunted House di Kansas City).
Invece questo magnifico esemplare domenica notte è morto dopo aver deposto le uova in circostanze misteriose; si è detto che la pitonessa potrebbe essere morta di parto a seguito del molto stress patito durante la cattura, ma invece molti attribuiscono la colpa del decesso ai maltrattamenti che essa avrebbe subito come testimoniato da foto e video che mostrano gli uomini della Protezione Civile Malese tenere in braccio l’animale, chiudergli la bocca con il nastro adesivo, legargli un cappio al collo e addirittura tirare un calcio. Martedì è avvenuto l’annuncio ufficiale della morte. Shazree Mustapha, un addetto alle pubbliche relazioni della Difesa Civile Malese, ha dichiarato ai giornalisti che la pitonessa era morta “da sola”. “Forse si è suicidata”, ha aggiunto: “si è sentita minacciata, così ha preferito uccidersi”.
I pitoni reticolati infatti non sono velenosi e si tengono ben lontani dagli uomini e i casi di incidenti sono molto rari; vivono nelle foreste tropicali del Sud-Est asiatico, in particolare vicino all’acqua. Si distinguono per la livrea a motivi geometrici multicolori e possono vivere fino a 25 anni in cattività. Si nutrono di una gamma molto vasta di prede, in particolare uccelli e mammiferi grandi anche come cervi. In natura la popolazione si è parecchio ridotta: vengono cacciati per la carne e la cistifellea, usata nella medicina tradizionale, o anche semplicemente uccisi per paura.
Questo non è che l’ultimo episodio di una triste serie.
Serena Porchera