Sul web sono nati anche dei gruppi facebook, che raccolgono spunti ed idee per chi segue questo tipo di alimentazione, altri, invece sono ironici e accusano chi segue una dieta vegana di “ingurgitare insetti” mentre si respira, oppure di schiacciare molte forme di vita con i propri passi e quindi spesso la conclusione è facile: “Non siate ipocriti, mangiate anche pesce”. Sul web circolano anche immagini di una divertente t-shirt che recita “Proud pescetarian. Sorry fish”.
La polemica fra vegetariani/vegani contro pescetariani è aperta da tempo: il concetto su cui si basa la scelta di consumare solo carne di pesce e vegetali è che i pesci siano animali “diversi”, ossia che, pescandoli, non vadano incontro a forti sofferenze come invece accade per l’uccisione dei mammiferi, oppure che la fase del loro allevamento intensivo sia decisamente meno cruenta di quella dedicata a mucche, maiali e polli. Anche nel testo “La mia scelta vegetariana” scritto da Umberto Veronesi, dopo l’elenco delle qualità della carne di pesce, si legge: “Non si può non riconoscere, dal punto di vista etico, il momento di sofferenza subito dai pesci durante la cattura. Tuttavia fortunatamente a questi animali sono risparmiate le crudeltà connesse alle pratiche di allevamento”.
Anche Davide Oldani, rinomato chef, in uno dei suoi libri racconta la sua esperienza riguardo l’incontro con i “pescetariani”: “Si siedono e ti dicono: “Salve, io sono vegetariano” e mentre sei li che cerchi di spiegare cosa potrebbe mangiare, lo stesso ospite aggiunge: “Il pesce va benissimo”. Allora non è che sei un vegetariano, sei un pirla!”. Un punto di vista colorito ma interessante.
Sta di fatto che i “semi-vegetariani” o “Pescetariani” sono una realtà (forse piccola) che viene presa in considerazione anche da siti di incontri dedicati a vegetariani e vegani. Fra le opzioni di “scelta” infatti, compare anche la voce “Pescetariano”. Si tratta di un vero e proprio neologismo, tanto che anche il Devoto-Oli 2012 lo inserisce fra i nuovi termini della lingua italiana.
L’accusa di incoerenza è dietro l’angolo: come sempre è l’uomo a decidere quale specie e quale animale soffre di più o merita di finire nel piatto. Ognuno può decidere di mangiare quello che vuole, quello che lasca perplessi, però, è solo il presupposto specista che sta alla base della scelta pescetariana, nonché, nei casi estremi, la voglia di rientrare in una “categoria” quella dei vegetariani ma con delle eccezioni, e che eccezioni.
Federica Giordani