Histoires de betes è un marchio francese che produce giocattoli e peluche per bambini con una peculiarità, la scelta della materia prima: vero pelo di animali che, a detta della marca, conferirebbe al giocattolo “un supplemento di anima e morbidezza”. Questa azienda di lusso che realizza giocattoli molto costosi (Baby Teddy, nella foto qui sotto, costa la bellezza di 1.800 euro) si serve di pelliccia e cuoio ricavati da animali da allevamento come visoni, nutrie, montoni e conigli.
“Peluche unici ancora più autentici e morbidi” assicura il marchio, “orsi con pelliccia vera”, “occhi in pelo di agnello”, “naso in cuoio” tutto “made in France with love”. Una scelta dei materiali che ha immediatamente scandalizzato chi crede nei diritti degli animali, ma non solo. Come scrive su Twitter l’associazione animalista Fondation Brigitte Bardot, si tratta: “Una produzione francese garantita 100% crudeltà”
La risposta dell’azienda
“Per tutti coloro che sono contro la pelliccia di animale, il cuoio e la lana e preferiscono acquistare materie sintetiche, accettiamo il punto di vista. Tuttavia, non lo condividiamo, considerando che l’industria petrolchimica gestisce il business dei giocattoli tradizionali” si legge sulla pagina ufficiale del brand. “Crediamo nei materiali naturali e nell’artigianato locale e in una produzione contenuta ma di qualità“.
Il marchio (che tradotto significa “Storie di bestie”) sottolinea infatti di rifornirsi solamente da produttori francesi, che sarebbero garanzia del rispetto delle condizioni di allevamento a differenza di quelli stranieri. Affermazione in realtà smentita solo pochi mesi fa dall’inchiesta di “One Voice”, che ha rivelato l’inferno degli allevamenti di conigli d’angora in diversi stabilimenti di medie dimensioni del paese.
Mentre la moda sta puntando sempre di più a materie prime alternative e marchi del calibro di Armani e Hugo Boss hanno rinunciato a servirsi di pelli e materiali animali per realizzare i loro capi e accessori, questa azienda francese sembra rimasta indietro di un secolo. Ma alcuni pongono l’accento non tanto sulla scelta dei materiali in sé quanto alla vergogna di consegnare “animali scuoiati” nella mani dei più piccoli, banalizzando la crudeltà agli occhi dei bambini.
Nel frattempo in rete la polemica contro tali peluche ha portato all’apertura di una petizione su Change.org per denunciare l’attività dell’azienda francese, che in una settimana ha ottenuto quasi 15.000 firme, e alla creazione di una pagina Facebook (“Stop Histoires de Bêtes”) che invita a boicottare il marchio e informa gli utenti su ciò che accade negli allevamenti di animali da pelliccia.
Succede anche in Italia
Anche in Italia esiste un’azienda piemontese, Loro Piana, che produce portachiavi-peluches realizzati in vera pelliccia: dall’elefantino al pinguino, questi accessori sono fatti con pellicce di vari animali come il coniglio (di una tipologia particolare l’orylag), volpe e castorino. Questi portachiavi costano 390 euro l’uno. Sul sito online dell’azienda è possibile anche vedere altri prodotti che utilizzano pelle animale, come altri portachiavi in pelle di coccodrillo.
Pare quindi che il connubbio pelliccia-lusso non perda la sua forza nonostante l’informazione sempre più pervasiva realizzata anche su mezzi di comunicazione di massa come la televisione, che ha spiegato e continua a spiegare perfettamente quanta e quale crudeltà senza scopo vi si nasconda dietro.
Serena Porchera