“Ci vogliono piccoli passi, cerco di pensare a che cosa avrebbe convinto me prima di essere vegetariano”. Un tempo, Paul McCartney insieme ai suoi amici, cantava “Eight days a week”, adesso la musica è cambiata e la richiesta anche: il cantautore chiede “One days a week” e non parla di passione, bensì di scelte alimentari, quelle legate al consumo di carne. Basta un solo giorno alla settimana senza carne per fare la differenza, per avvicinarsi ad un nuovo modo di mangiare, per impattare meno sul pianeta, l’unico che abbiamo.
Il musicista e, ormai, attivista, ha spiegato in esclusiva durante un’intervista concessa al National Geographic, la sua posizione sul tema dell’alimentazione a base vegetale: “Le mie motivazioni sono legate alla compassione – ha raccontato – io e Linda, ormai più di 30 anni fa, vedemmo alcuni agnelli e ne siamo rimasti davvero colpiti. Poche ore dopo mangiavamo carne di agnello e solo in quel momento siamo riusciti a fare il collegamento fra l’animale e il cibo, che non ne ha più la forma, ma che rimane pur sempre un animale a cui noi abbiamo tolto la vita”. Paul ricorda un altro episodio: “Ero a pesca e ho visto un pesce che avevo appena pescato, dibattersi per poter rimanere in vita: ero stato io a toglierlo dal suo ambiente e portarlo in un’atmosfera aliena alla sua: lo ributtai subito in acqua e fu l’ultima volta che andai a pesca”.
Accompagnato dalle figlie, Stella (stilista che ha portato il vegan anche nell’alta moda) e Mary, McCartney ha prodotto un brevissimo documentario intitolato appunto “One day a week” in cui si raccontano gli effetti dell’industria alimentare basata sulla carne sul nostro pianeta, sulla nostra salute ma, soprattutto, sugli animali. Nel progetto compaiono anche l’attrice Emma Stone, l’attore vegano Woody Harrelson, lo stesso McCartney e le figlie.
“Basta un giorno alla settimana, provaci”: questo è il messaggio perché l’idea del cantate è semplice: iniziare dal nulla e passare ad essere vegetariani sempre non è facile, “ma succede che le persone provino una giornata senza carne e poi dicano “Ok, non è male, facciamolo per due giorni…”, e così, via”. Insomma, Paul sostiene la teoria dei piccoli passi verso la consapevolezza alimentare, teoria con cui non tutti, va chiarito, sono d’accordo, se non altro per il fatto che al centro di questa riflessione ci sono nuovamente solo le esigenze dell’uomo, i suoi tempi e le sue abitudini e non gli animali e le loro condizioni.