I responsabili di McDonald’s Italia hanno declinato l’invito di Report a parlare di grassi, zucchero, obesità anche in chiave Expo, Coca Cola, invece, schiera Vittorio Cino, responsabile della comunicazione della multinazionale. Dall'”altra parte” dell’inchiesta dedicata da Rai Tre al tema “Nutrire il pianeta” in onda ieri, domenica 24 Maggio, ecco l’epidemiologo Franco Berrino e il dottore Enzo Spisini del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali che spiegano ancora una volta che lo zucchero fa male e che ne assumiamo troppo a causa della presenza “nascosta” in prodotti raffinati (farine, fruttosio e co.) e che crea dipendenza fin dalla più tenera età generando flussi di dopamina che fanno sentire “bene”.
Grassi, zuccheri: in poche parole “obesità”. Peccato che di questo tema se ne parli poco nella Carta di Milano, si parli poco della sua prevenzione anche se è l’altra faccia della malnutrizione che tocca una parte sempre più importante del pianeta, pianeta che dobbiamo “nutrire”, con Expo. Ecco allora che Coca Cola nel suo padiglione punta sul movimento, sullo stile di vita attivo per consumare calorie, le stesse che offre ai ragazzi in gita con le scuole: 35 g di zucchero per lattina, che detta così sembrano pochi, ma se diciamo 7 cucchiaini a lattina, ecco che la dimensione è più chiara. E mentre secondo alcune ricerche i bambini al di sotto dei 5 anni obesi sono stimati in 22 milioni, non si capisce bene chi paga cosa ad Expo. Il commissario unico di Expo 2015 e amministratore delegato di Expo 2015 S.p.A. Giuseppe Sala dice ai microfoni di Report “Nessuno sponsor ha dato soldi, abbiamo chiesto progetti per le aree Expo, per i visitatori”, Cino di Coca Cola dice che la multinazionale che ha dato un volto a Babbo Natale ha speso 10 milioni di euro per essere lì. E non ha nemmeno un ristorante, come la sua compagna di pranzo McDonald’s. Sabrina Giannini di Report accenna “Pare che l’accordo con Mc sia di una percentuale sugli incassi del venduto ad Expo”. Ogni panino, un soldino, insomma.
Pagato o meno, resta il fatto che il tema “nutrire il pianeta” c’entra come il cavolo a merenda (che farebbe certamente bene) con Coca Cola e panini farciti che, posti sulla scrivania di Berrino dal giornalista di Report gli fanno strabuzzare gli occhi e dire: “Bibite zuccherate, patate fritte, carni rosse e farine raffinate, il top del top per ingrassare”. Ma le linee guida? La dieta mediterranea? Certo che c’è: il Ministero della Salute promuove due video (uno per genere, maschio/femmina) per dire “mangiate di tutto ma con moderazione e poi dieta mediterranea”. Poco di tutto, “quindi anche poche sigarette al giorno, per esempio” sottolinea Berrino. Eppure un ex Ministro della Salute italiano (governo Monti), Renato Balduzzi, ci aveva provato e aveva proposto “Una tassa di tre centesimi su ogni bottiglietta di aranciata, gassosa o altre bevande gassate e zuccherate da 33 cl”: niente da fare, quella proposta non è mai entrata nel decreto salute ma per fortuna è ben evidente il ruolo dello zucchero nelle linee guida contro il cancro dell’Unione Europea, che si trovano anche ben in evidenza sul sito del Ministero della Salute ma che a quanto pare non sono abbastanza pregnanti dato che, nonostante le indicazioni dell’OMS di ridurre a 25 g il limite consentito al giorno (una lattina di Coca e già siamo fuori, insomma) l’attuale Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha detto “No a diktat senza base scientifica. È un’aggressione alle nostre tradizioni dolciarie” e nella delegazione italiana accreditata all’Oms si trova, come fa notare Report attraverso le parole di Nicoletta Dentico dell’Osservatorio italiano sulla salute globale, Luca del Balzo senior advisor Ferrero.
Mentre i padiglioni di Expo fanno il loro lavoro, i tavolini di Mc sono pieni di scolaresche e Coca Cola fa fare ginnastica ai suoi visitatori dopo una bottiglietta in compagnia, gli esperti di nutrizione della Harvard University hanno eliminato latte e latticini dalla loro guida per un’alimentazione sana. Insomma, cereali non raffinati, verdura, frutta, legumi, acqua e olio d’oliva sono il top. E pensare che sono americani anche loro.
F.G