Vegolosi

O bag: addio alle pellicce animali

Addio alle pellicce animali: a fare il grande passo l’azienda Full Spot, produttrice delle celebri O bag.

La svolta

La collezione autunnale 2016-17 di O bag, per la prima volta, sarà senza pelliccia animale a favore di un’eco pelliccia di alta qualità: è l’accordo che il brand italiano nato nel 2009 (capace di rivoluzionare il mondo dell’accessorio proponendo borse, bracciali, orologi e occhiali da sole realizzati in silicone e gomma, intercambiabili e componibili) ha stipulato con la Fur Free Alliance, coalizione internazionale composta da oltre 40 organizzazioni che lavorano per porre fine allo sfruttamento e uccisione di animali destinati alla produzione di pellicce. Questa eco pelliccia sarà utilizzata per creare i bordi delle borse O bag, le sacche interne delle O basket e le pattine intercambiabili delle tracolle O pocket. Queste le parole di Michele Zanella, Direttore Generale di Full Spot:

“A partire dalla stagione autunno inverno 2016/2017 le collezioni O bag saranno fur free. Questo passo per la nostra azienda è importantissimo e vuole testimoniare un impegno concreto a favore del rispetto degli animali. La nostra è una scelta nata da un’esigenza di una parte della nostra clientela che, pur amando molto la nostra borsa, non condivideva l’utilizzo di certi materiali. Noi abbiamo ascoltato il cliente, perché è il nostro interlocutore imprescindibile. Il successo di O bag deriva proprio dal passaparola, dall’esperienza personale condivisa e dall’interazione con il nostro pubblico”.

Soddisfazione di associazioni e consumatori

La lieta novella giunge a sorpresa dopo anni di battaglie intraprese dalle associazioni animaliste e dai consumatori. Simone Pavesi, responsabile LAV Area Moda Animal Free, è entusiasta: “Full Spot è l’emblema della creatività made in Italy e i prodotti di design di questo brand – dagli orologi alle borse, dai braccialetti agli occhiali, e ora anche le calzature realizzati in un materiale innovativo – sono apprezzati in tutto il mondo. Questa decisione è stata a lungo attesa e consolida la missione di LAV, la Lega Anti Vivisezione, a favore di una moda etica, responsabile e sostenibile che non preveda l’utilizzo di animali”.

Ma, come dicevamo, tantissime sono state anche le persone comuni che avevano preso posizione contro l’utilizzo di pelle animale nei prodotti della collezione: non si contano le raccolte firme, le petizioni e l’incessante mailbombing (letteralmente: bombardare di mail) indirizzato al brand. Una recente rilevazione commissionata proprio dalla LAV in 6 Paesi Europei (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Polonia) ha dimostrato inoltre che i consumatori che acquistano sistematicamente animal free costituiscono almeno il 12% della domanda di prodotti moda, con un trend in costante crescita: si parla quindi di una cospicua fetta della popolazione che non poteva più essere ignorata.

Yuri Benaglio