Manca poco all’inizio di una delle più terribili tradizioni norvegesi: lo sterminio di centinaia di balene – molte delle quali incinte – per la produzione di prodotti di bellezza e cibo per animali. Questa attività viola una moratoria emessa ormai più di trent’anni fa dalla Commissione Baleniera Internazionale, che vieta la caccia alle balene per scopi commerciali. Ma mentre la pressione internazionale ha fatto sì che l’Islanda – come riportato da LifeGate – dicesse “basta” alla caccia alle balenottere comuni nello scorso anno, lo stesso non si può dire per la Norvegia e il Giappone, che continuano pressoché indisturbati questa attività a dir poco crudele. Il Giappone, inoltre, è già tristemente noto per l’annuale massacro di delfini, uccisi per la loro carne ma anche per riempire le vasche di acquari e zoo.
Un’attività crudele
Secondo l’Animal Welfare Institute anche i metodi più avanzati utilizzati per la caccia alle balene non rendono gli animali insensibili al dolore prima della macellazione, come è invece previsto per gli animali da allevamento. La caccia alle balene implica poi l’uso di arpioni sparati direttamente nella carne degli animali, in genere dotati di granate che dovrebbero penetrare per circa 12 pollici sotto la pelle e poi esplodere, rilasciando sporgenze simili ad artigli per strappare la carne. La morte può venire per il trauma, a causa delle lacerazioni o per i traumi cerebrali, sempre dopo lunghi momenti di sofferenza e dolore.
La petizione per fermare la strage
Le balene, è evidente, non possono difendersi da sole da questa mattanza. Per questo tantissime organizzazioni internazionali lottano da anni per la loro tutela, ottenendo anche risultati importanti: grazie alla loro attività, infatti, i porti olandesi e tedeschi sono stati chiusi alle navi islandesi, costringendo una delle più grandi aziende nel mondo della caccia alla balene a ritirarsi dal mercato. Inoltre la Commissione Baleniera Internazionale è stata convinta a mettere sotto osservazione le spedizioni del Giappone, che – come riportato da La Stampa – nascondono delle vere e proprie mattanze dietro a presunte “spedizioni scientifiche”. Ora una nuova petizione chiede al governo norvegese che “metta fine al massacro delle balene e a tutti gli altri governi che chiudano i loro porti alle navi che ne trasportino la carne. Per creare un precedente che può salvare migliaia di balene e contribuire alla fine di questa caccia in tutta Europa”.
Crediti foto in apertura: news.nationalgeographic.com