La North Carolina diventerà l’ottavo stato americano a proibire indagini nascoste all’interno degli allevamenti. Qualche giorno fa il Governatore della Carolina del Nord aveva tentato di porre il suo veto contro una legge che criminalizza le indagini sotto copertura nelle strutture di allevamento di animali. La legge, in concreto, vieta l’atto di filmare e fotografare sotto copertura l’attività all’interno di aziende agricole senza il consenso del loro proprietario. I sostenitori della legge affermano che così facendo l’industria agricola viene protetta dalle ripercussioni negative delle denunce; secondo gli oppositori, invece, questa legge – non a caso definita “legge bavaglio” – finisce per censurare le violazioni dei diritti degli animali da parte del settore agricolo, oltre a violare la libertà di parola visto che così è impossibile fare reportage di denuncia dall’interno degli allevamenti.
Le polemiche sono state durissime, ma nonostante ciò i legislatori l’avevano approvata. Il governatore Pat McCrory, repubblicano, ha posto il proprio veto, bloccando il tutto. Si apprende oggi, però, che grazie a un provvedimento che esclude sia Senato sia Camera dei rappresentanti, il disegno di legge entrerà in vigore dal 1° gennaio 2016. La legge ha ricevuto una fortissima opposizione dalle associazioni che difendono i diritti degli animali, dai gruppi dei veterani e anche dagli editori della stampa americana.
La vicenda è particolarmente importante perché lo Stato americano sulla costa atlantica è l’esempio più palese di come l’industrializzazione ha cambiato l’agricoltura degli Stati Uniti. Tra il 1988 e il 1997 il numero dei maiali nello stato è aumentato da 2,6 a 8 milioni, mentre il numero delle aziende è sceso vertiginosamente (da 15 mila ne sono rimaste appena duemila, nel 2006). Il maggior sostenitore della legge è Jimmy Dixon, entrato in politica quand’era già sessantenne dopo una vita trascorsa come coltivatore di pollame.