A Copenaghen il Noma è un’istituzione. Nonché uno di quei posti conosciuti in tutto il mondo e che in tutto il mondo portano alta la bandiera della Danimarca. È stato eletto il miglior ristorante del mondo secondo una giuria di selezionatissimi esperti intervistati dal Restaurant Magazine, la principale rivista del settore, ma anche secondo il San Pellegrino 50 Best, che gli ha dato questo importante riconoscimento per ben quattro volte negli ultimi cinque anni. Adesso però la notizia è che questo ristorante sta per chiudere: almeno temporaneamente, perché l’obiettivo dei gestori di questo locale ipercelebrato è quello di trasformarlo in “urban farm“, che in italiano suona più o meno come “fattoria urbana”. E ancora, per metà dell’anno il ristorante sarà esclusivamente vegetariano, in corrispondenza con quei mesi dell’anno in cui in Danimarca sono disponibili verdure coltivate in modo naturale (il clima del piccolo stato nordeuropeo rende spesso molto complicata la coltivazione dei vegetali, cosa che obbliga i ristoranti locali a fare ampio ricorso a verdure surgelate).
La scelta nasce da un’idea sia dei proprietari del Noma sia del suo chef, il celebre René Redzepi, un maestro della cucina, soprannominato il “Mike Jagger dei fornelli“. Macedone di origini ma danese di adozione, nel 2004 è sopravvissuto a un uragano in Groenlandia rifugiandosi, con alcuni compagni di avventura, in una capanna mangiando solo muschi e licheni per tre giorni. Redzepi già qualche anno fa aveva proposto di trasformare il Noma in un ristorante vegetariano – pare abbia sposato la causa del vegetarianesimo – però la sua idea cozzava con il rigido e assai poco florido inverno danese. Adesso hanno trovato un compromesso. Un motivo in più per prenotare subito per Copenaghen e andare a mangiare al Noma.