Buone notizie per i detenuti vegani delle carceri statunitensi: dal prossimo 2 ottobre tutte le prigioni federali americane serviranno ogni giorno – ad ogni pasto – almeno un’alternativa vegan al menu tradizionale. Una novità, quindi, per tutti coloro che accanto a uova e tacchino chiedevano da tempo dei piatti a base vegetale: una scelta che arriva in risposta alla consueta valutazione annuale delle preferenze alimentari dei detenuti.
La notizia è stata riportata con soddisfazione Mark Hawthorne – scrittore e attivista per i diritti degli animali – che tiene però a sottolineare che, almeno per ora, il cambiamento avverrà esclusivamente nelle 102 prigioni federali degli Stati Uniti, mentre il menu rimarrà invariato nelle prigioni di Stato, che sono più di 1700 in tutto il territorio e dove la presenza di piatti “veg” varia in base alla disponibilità della singola istituzione.
Ma non basta: il portavoce del Gruppo di Supporto per Prigionieri Vegani ha ottenuto, dopo molta insistenza, che i detenuti avessero la possibilità di ampliare la loro scelta vegan anche al di là della dieta. Avranno quindi a disposizione anche prodotti per l’igiene personale e cosmetici cruelty-free, oltre che una notevole quantità di snack e bevande.
In realtà non si tratta della prima iniziativa in difesa dei diritti dei detenuti: anche in Italia esiste – seppure da poco – una legge che permette ai detenuti del carcere di Regina Coeli di Roma di avere un menu vegetariano o vegano su richiesta, indipendentemente dalla motivazione che stia dietro a questa scelta. E non solo, sono tante le iniziative messe in atto per avvicinare i detenuti agli animali, forse in un tentativo di cambiare le loro vedute e il loro modus vivendi: pensiamo alla prigione della Florida dove i carcerati – in un programma di rieducazione – si prendono cura di numerosi animali salvati da situazioni di degrado.