Carne rossa, patate, surgelati: questa secondo la Rete Nazionale dei Comitati Mensa sarebbe la composizione base e sbilanciata dei pasti della maggior parte delle mense scolastiche italiane. A lanciare l’allarme è Sabina Calogero sulla pagine de “Il Fatto Quotidiano”: “I nostri bambini mangiano male”.
L’alimentazione nelle scuole è stata oggetto di analisi da parte della Rete Nazionale attraverso una serie di questionari sottoposti all’attenzione dei genitori di bambini che frequentano le scuole primarie in 40 comuni italiani, il controllo è stato fatto a campione. L’indagine ha messo in evidenza quanto frutta e verdura non siamo in cima per quantità e qualità alla lista dei cibi proposti nelle mense ai piccoli scolari. Carne, soprattutto rossa, patate e surgelati sono fra i cibi più presenti nei piatti dei bambini, un po’ per incontrare i loro gusti un po’, come sostiene la Rete Nazionele dei Comitati Menda perché si risparmia.
Il tema dell’alimentazione nelle mense ha già mosso ben 6.900 sottoscrittori della petizione lanciata dal sito biobimbi.com sul tema della carne rossa. “Chiediamo al Ministero della Salute – si legge nel testo della petizione- che nelle mense scolastiche italiane siano eliminati gli alimenti considerati cancerogeni, come le carni conservate, e ridotti gli alimenti di origine animale a vantaggio di quelli di origine vegetale”. Fra i firmatari dell’appello c’è anche l’epidemiologo italiano Franco Berrino, sostenitore da sempre di un consumo moderato di alimenti di origine animale che scrive “Le autorità non possono far finta di nulla” riferendosi agli allarmi sulla carne processata e quella rossa, lanciati dall’Oms.
Nel frattempo a Milano lo scorso 27 maggio è stata lanciata da Milano Ristorazione la sperimentazione del progetto “Frutta a metà mattina” in 30 scuole dell’Infanzia Comunali, che si propone di sostituire in modo completo la merenda acquistata dalle famiglie e consumata abitualmente dai bambini a scuola, anticipando a metà mattina la somministrazione della frutta prevista a fine pasto. L’obiettivo è quello di migliorare l’equilibrio della giornata alimentare degli alunni, abituare il gusto, rinforzando i comportamenti positivi, permettere l’adozione di un corretto stile alimentare, favorire un maggiore consumo degli alimenti del pranzo a scuola, ridurre gli sprechi alimentari. Se la sperimentazione darà risultati positivi, potrebbe diventare una buona pratica di tutte le scuole primarie milanesi già dal prossimo anno scolastico.