Milioni di pezzettini di plastica fusi con la sabbia: ecco di cosa sono fatti i mattoni leggeri e colorati di Nzambi Matee, giovane ingegnera originaria del Kenya. Quella plastica, invece di diventare un rifiuto impossibile da smaltire, diventa una risorsa anche per la comunità di Matee.
Nell’intero continente africano più dell’80% dei rifiuti di plastica è mal gestito: solo a Nairobi, capitale del Kenya, ogni giorno vengono prodotte 500 tonnellate di scarti di materiale plastico, la maggioranza del quale viene dato alle fiamme oppure gettato in discarica, mentre solo il 9% viene riciclato. Molte nazioni si stanno però attivando per ridurre l’uso e lo spreco di plastica usa e getta attraverso regolamentazioni e divieti (come quello relativo ai sacchetti di plastica). Tra queste proprio il Kenya, dove il progetto a cui ha dato vita da Matee ha avuto un impatto straordinario, tanto da esserle valso il premio Young Champions of the Earth 2020 promosso dal Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP).
Matee ha ideato un particolare tipo di mattone partendo dai rifiuti in plastica triturati in piccolissimi coriandoli mescolati alla sabbia, e poi portati a fusione, al fine di creare un composto a cui dare la forma di un parallelepipedo: il materiale così ricavato risulta più resistente, leggero ed economico rispetto al cemento tradizionale, e si presenta in diversi colori a seconda del materiale di scarto utilizzato in partenza.
La plastica utilizzata per realizzare i mattoni è di tre tipi:
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- Il polietilene ad alta densità, usato per le bottiglie di shampoo e di latte;
- Il polietilene a bassa densità, come quello dei sacchetti dei cereali o dei panini;
- Il polipropilene utilizzato per secchi, alcuni tipi di coperchi e corde di plastica.
La storia di Nzambi Matee
Prima di fondare la sua azienda Gjenge Makers nel 2017, Matee era impiegata come data analyst e ingegnera in un’industria petrolifera. Decisa ad agire contro l’inquinamento della sua città, lascia il lavoro e costruisce un piccolo laboratorio nel giardino di sua madre, testando diverse combinazioni di plastica e sabbia fino a ottenere il mattone perfetto. Ma un solo mattone non basta a costruire una casa: grazie a una borsa di studio per l’Università di Colorado Boulder, Nzambi sviluppa un prototipo per il macchinario che, oggi, produce più di 1500 mattoni al giorno.
“Ero stufa di stare ‘in panchina’ ad aspettare che qualcun altro risolvesse il problema della plastica”, racconta l’ingegnera in un’intervista. “Credo che possiamo fare di più che stare seduti e lamentarci. […] E poi ero semplicemente curiosa: si può veramente trovare una soluzione?”.
Dall’anno di fondazione l’azienda Gjenge Makers ha riciclato più di 20 tonnellate di plastica e creato 112 posti di lavoro per la comunità. L’obiettivo di Matee per quest’anno è implementare una nuova linea di produzione capace di triplicare il numero di mattoni realizzati, in modo da chiudere in pareggio il 2021 e, in un futuro non troppo lontano, espandere la propria attività verso altre zone dell’Africa.