Dopo la petizione di Lav e Animal Equality per il riconoscimento del coniglio tra gli animali di affezione abbiamo intervistato l’etologo e medico veterinario, Roberto Marchesini, esperto di comportamento animale. Marchesini spiega che più che parlare di animali di affezione è bene distinguere gli animali domestici da quelli selvatici, nei confronti dei quali anche il nostro comportamento deve essere differente: “L’animale domestico ha nelle sue caratteristiche la capacità di stare in relazione con l’essere umano, infatti possiamo parlare di una sorta di ecosistema che comprende noi e loro, diversamente nei confronti degli animali selvatici, l’uomo non deve essere invasivo, ma deve altresì essere elusivo, evitando più possibile di manifestare la sua presenza”.
L’etologo racconta ai microfoni di Vegolosi.it come gli animali instaurano e cercano un rapporto con l’uomo seppur mantenendo ognuno le proprie differenze caratteriali e psicologiche. Gatto, cane, coniglio, ma anche mucche e maiali sono “animali capaci di costruire relazioni di gioco, di affettività e di interattività con l’essere umano e di instaurare strutture di relazioni molto belle e profonde e che solo la nostra miopia ce li fa vedere solo come oggetti o prodotti, quando, invece sono entità relazionali fortissime e con cui è possibile instaurare dei rapporti meravigliosi”.
E mentre è in aumento la sensibilità nei confronti degli animali e del concetto di senzienza, cioè “della capacità dell’animale di avere una sensibilità, dei bisogni, dei desideri e delle consapevolezze” c’è ancora molta ignoranza sulle caratteristiche specifiche di ogni animale e che porta a non soffermarsi sulle sue reali e naturali necessità. Le persone, soprattutto i bambini, che al giorno d’oggi crescono con Peppa Pig, Bugs Bunny e Pongo, “pensano agli animali come forme e non come a caratteri differenti” e questa tendenza ad antropomorfizzare gli animali e a non rispettare quindi le loro caratteristiche etologiche è a tutti gli effetti una forma di maltrattamento