Un’inchiesta della Procura della Repubblica condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro ha portato agli arresti domiciliari 11 persone, tutte dipendenti dell’Università calabrese, tra cui l’ex Rettore, mentre un dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale è stato sospeso per un anno dal servizio. A 21 persone sono state notificate le informazioni di garanzia. Le accuse notificate sono di sono: associazione a delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali.
Il maltrattamento degli animali a Catanzaro
Dal 2015, l’università e l’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Catanzaro avrebbero orchestrato ispezioni pilotate per occultare violazioni nelle sperimentazioni animali, garantendo così il mantenimento di finanziamenti pubblici per circa 2 milioni di euro. Le indagini hanno evidenziato condizioni igienico-sanitarie precarie nei laboratori, con animali sottoposti a sevizie e crudeltà ingiustificate, spesso uccisi senza anestesia. Alcuni virgolettati di testimoni dell’inchiesta riportati da “Il Fatto Quotidiano” parlano di topi decapitati senza anestesia e di altri uccisi facendoli sbattere contro il muro. Al momento, secondo LAV, gli animali sono stati sottoposti a sequestro preventivo da parte della Guardia di Finanza.
In un comunicato stampa l’associazione animalista ha dichiarato: “Enti pubblici che non svolgono le ispezioni, animali allevati abusivamente e tenuti in condizioni di maltrattamento: la stessa triste storia che si ripete e che vede tra le vittime sempre loro, gli animali. Quanto portato alla luce con l’inchiesta della Guardia di Finanza è gravissimo, ma non ci stupisce, visto quello che abbiamo denunciato in altre occasioni, come il caso Aptuit di Verona tuttora in corso e che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati per maltrattamento e uccisione non necessitata del presidente della società e della veterinaria della struttura veronese”.
Anche LNDC Animal Protection è intervenuta mezzo stampa sulla vicenda attraverso le parole di Piera Rosati: “Questa vicenda ci lascia senza parole. È inconcepibile che nel 2025, in un contesto accademico che dovrebbe promuovere l’etica e il rispetto della vita, si consumino atti di tale crudeltà. Gli animali sono esseri senzienti, non strumenti da sacrificare con metodi inumani. Fermo restando che, per noi, la vivisezione dovrebbe essere totalmente abolita e sostituita da metodi alternativi, non è possibile tollerare la totale mancanza di rispetto quanto meno delle normative vigenti e che queste atroci sofferenze vengano inflitte gratuitamente. Questi episodi, purtroppo, dimostrano quanto lavoro ci sia ancora da fare per fermare la violenza sugli animali.”
La Presidente di LNDC, Piera Rosati, ha dichiarato: “Questa vicenda ci lascia senza parole. È inconcepibile che nel 2025, in un contesto accademico che dovrebbe promuovere l’etica e il rispetto della vita, si consumino atti di tale crudeltà. Gli animali sono esseri senzienti, non strumenti da sacrificare con metodi inumani. Fermo restando che, per noi, la vivisezione dovrebbe essere totalmente abolita e sostituita da metodi alternativi, non è possibile tollerare la totale mancanza di rispetto quanto meno delle normative vigenti e che queste atroci sofferenze vengano inflitte gratuitamente. Questi episodi, purtroppo, dimostrano quanto lavoro ci sia ancora da fare per fermare la violenza sugli animali.”
LNDC Animal Protection annuncia la sua intenzione di sporgere denuncia e di costituirsi parte civile nel procedimento penale.
La sperimentazione animale
Secondo LAV, in ambito europeo, nel 2020 sono stati utilizzati complessivamente 8,8 milioni di animali nella sperimentazione scientifica. L’Italia si è classificata quinta su 28 Paesi analizzati, con oltre 450.000 animali utilizzati, e sesta per il ricorso a specie geneticamente modificate. È importante notare che tutt’oggi la sperimentazione animale è richiesta per legge per l’approvazione di farmaci e altri trattamenti, prima della sperimentazione clinica sugli esseri umani. Tuttavia, l’Italia ha registrato una diminuzione nel numero di animali utilizzati a fini scientifici, passando da 553.208 nel 2018 a 451.991 nel 2020, evidenziando un trend in calo.