Non sono più solo le organizzazioni e le associazioni a realizzare immagini rubate all’interno degli allevamenti e dei macelli italiani, Animal Equality, metterà in rete e diffonderà pubblicamente nel corso del 2018 le segnalazioni e i materiali che arrivano dai cittadini. Qualche lavoratore stufo delle aberrazioni che vede nei macelli, cittadini che vivono vicino a questi veri e propri capannoni della morte, veterinari che non possono più sopportare l’idea di stare a guardare: forse sono proprio queste le fonti anonime.
Le prime immagini rese pubbliche dall’organizzazione internazionale, capitanata in Italia da Matteo Cupi, riguarda la macellazione di un maiale in Lombardia che si risveglia dallo stordimento preventivo e viene lasciato agonizzare mentre, cosciente, si dissangua nell’indifferenza dei lavoratori che non intervengono per far terminare il prima possibile lo strazio. Il maiale, infine viene trasportato, esangue, dentro un carrello per la spesa verso la macellazione.
ATTENZIONE IMMAGINI FORTI
Le immagini sono terrificanti, come lo sono sempre quelle di animali che vengono uccisi per un sistema di produzione di un alimento, la carne, di cui non c’è bisogno. Ma quello che Animal Equality chiede al governo italiano ed in particolare al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e al Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina è di non voltare la testa dall’altra parte. Ecco le richieste espresse nella raccolta firme che è già a quota 48.500 adesioni:
Vi chiediamo di fare quanto è in Vostro potere affinché:
- vengano introdotte norme incriminatrici che puniscano espressamente il maltrattamento degli animali durante le fasi di stordimento e abbattimento;
- venga abrogata gradualmente, ma in via definitiva, qualunque deroga riguardante la procedura di stordimento;
- venga resa obbligatoria l’installazione delle telecamere nei macelli come deterrente per le infrazioni;
- venga rinforzato il sistema di controlli atti ad identificare e denunciare alle autorità competenti qualunque forma di maltrattamento sugli animali.
Norme deterrenti, chiaro, azioni che possano limitare i danni di un sistema che il movimento animalista e la cultura vegana nel nostro paese, stanno cercando di fermare. Un sistema nel quale, lo ricordiamo, gli animali muoiono a milioni ogni anno per finire sulle nostre tavole, senza che l’alimentazione a base di carne e derivati possa essere ritenuta necessaria per il buono stato di salute dell’essere umano.
“La mole di materiale pervenuta ad Animal Equality da parte di privati è sbalorditiva -spiega l’organizzazione – ed attesta senza alcuna ombra di dubbio la gravissima situazione in cui versa il nostro Paese dal punto di vista del benessere animale.” Se le leggi esistono, non esiste invece la possibilità di pensare che dentro quelle mura così spesse e invalicabili se non tramite atti illegali messi in opera solo in modo anonimo e a rischio della propria fedina penale, le immagini che vediamo siano un’eccezione. Troppi i casi, le notizie, i video, le immagini che oramai sono di dominio pubblico e che raccontano di una prassi: gli animali sono oggetti, macchine metaboliche volte solo alla produzione, un tanto al chilo. Niente rispetto, niente pietà, nessuna attenzione, seppur minima, alla loro condizione.
E allora attendiamo che il 2018 sia l’anno delle segnalazioni da parte dei cittadini, di chi è stanco e vuole alzare la testa, e speriamo sia anche quello della verità e della consapevolezza, di tutti.