Vegolosi

L’inferno dei coccodrilli di Hermès


Il lusso ha un costo altissimo e non parliamo di soldi. Gli animalisti americani della PETA hanno documentato le condizioni di vita disumane in cui vivono i coccodrilli che verranno poi uccisi e utilizzati per la creazione di borse, cinture e accessori vari dei più importanti e rinomati marchi della moda mondiale. Gli alligatori vengono tenuti per mesi in gruppo in pozze umide o in box molto stretti: vivono schiacciati uno sull’altro, compressi in condizioni illogiche per soddisfare le esigenze della moda. Per bloccare tutto ciò, la PETA ha lanciato una sottoscrizione online che punta a bloccare queste crudeltà: i maltrattamenti nei confronti dei coccodrilli sono atroci, gli animalisti cercano di smuovere le coscienze raccontando quello che succede in questi allevamenti. Si chiede a Hermès, una delle aziende di lusso nell’occhio del ciclone, di non vendere più capi creati con pelle di coccodrillo.

In particolare, un investigatore della PETA ha documentato come i coccodrilli vengano colpiti duramente sul collo dagli operai: se non muoiono all’istante, gli addetti insistono sino a porre fine alla loro vita. In una fabbrica che fa capo a Hermès, il rappresentante animalista ha trovato degli alligatori tenuti in pozze d’acqua sporca all’interno di capannoni bui senza aria né finestre né, tantomeno, cure mediche di base: gli animali vengono uccisi al compimento del primo anno di vita e spesso la pelle viene recuperata mentre sono ancora in vita (come ammesso, secondo PETA, anche da alcuni manager dell’azienda). La “pregiata” pelle di coccodrillo viene poi spedita in Francia e lavorata per finire poi nelle borse in vendita nei negozi.

Nello Zimbabwe c’è una delle aziende che esporta più coccodrilli al mondo: qui gli animalisti hanno visto migliaia di esemplari accatastati in celle piuttosto piccole, senza alcuna possibilità di compiere le proprie azioni più naturali. Se in natura un coccodrillo può vivere anche fino agli 80 anni, in questa azienda non arrivano al terzo anno di vita. Il tutto per realizzare accessori e borse “di lusso”, il cui prezzo talvolta arriva a 50 mila dollari: per realizzare una borsa di questo valore, occorre la pelle di tre coccodrilli.

Ovviamente Hermès non è l’unica azienda contro cui gli animalisti protestano: sono tanti i marchi finiti nell’obiettivo delle associazioni. La stessa PETA, pochi giorni fa, ha ottenuto la promessa da parte di Benetton che non verrà più utilizzata lana d’angora per i suoi capi. In passato, poi, la stessa decisione era stata presa da Inditex, un gruppo a cui fanno capo marchi come Zara, Pull & Bear, Bershka e Massimo Dutti.