Tutte le attività umane hanno un impatto ambientale più o meno forte e anche la nostra alimentazione non è da meno. Per darci la possibilità di prendere maggiore consapevolezza di questo aspetto, la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV) ha lanciato MioEcoMenu, un sito che permette a ognuno di noi – inserendo le quantità dei cibi consumati giornalmente – di calcolare l’impronta ecologica di quello che mangiamo.
Il sito, che fornisce risultati sia in forma numerica che grafica, punta sulla necessità di sostituire i prodotti di derivazione animale (quindi carne, pesce, latticini e uova) con alimenti 100% vegetali, a beneficio del nostro pianeta.
MioEcoMenu: dieta vegana e onnivora a confronto
Attraverso i grafici è facile intuire come un menu prevalentemente (o, ancora meglio, completamente) vegetale impatti meno di uno onnivoro sulla deforestazione, sul consumo di risorse idriche e sull’emissione di gas a effetto serra, responsabili del surriscaldamento globale. Per comprendere meglio la questione, in redazione abbiamo provato a mettere a confronto uno dei nostri menu vegan “tipo”, con un menu onnivoro “medio”.
Nota bene: al momento il sito non consente di inserire una vasta gamma di alimenti, né vegetali né di origine animale. Quelli disponibili, in ogni caso, permettono di farsi un’idea dell’impatto ambientale dei due menu.
Ecco i risultati:
Il primo dato riguarda l’impatto ambientale totale delle due diete: a parità di calorie, la dieta onnivora ha un impatto più che triplicato rispetto a una dieta a base vegetale. Il sito, mettendo a confronto una dieta vegan con una onnivora media, ci informa che il consumo di risorse e le emissioni di inquinanti di quest’ultima è circa 4 volte superiore a quello di una dieta 100% vegetale. “Questo significa – spiegano gli esperti – che passando ad un’alimentazione 100% vegetale si risparmiano abbastanza risorse da permettere ad altre 3 persone di nutrirsi”.
Come si può vedere, anche per quanto riguarda l’impatto sulla deforestazione, una dieta 100% vegetale ha la meglio su un’alimentazione onnivora media. È risaputo, infatti, come gli allevamenti intensivi abbiano distrutto il 91% della foresta Amazzonica, con la conseguente estinzione di ben 100 specie animali ogni giorno, private del loro habitat naturale.
“La produzione di cibi animali richiede mediamente 10 volte più acqua rispetto a quelli vegetali, e inquina le falde acquifere in misura molto maggiore”, dichiara SSNV. Il passaggio a una dieta quanto più possibile a base vegetale può ridurre drasticamente lo spreco di risorse idriche, andando a influire positivamente su uno dei maggiori problemi del nostro secolo.
Come ci ricordano anche Slow Food e il Worldwatch Institute, l’industria dell’allevamento è tra le più inquinanti al mondo: gli allevamenti intensivi sono responsabili del 51% dei gas serra a livello globale, più di tutte le nostre macchine, gli aerei e i treni messi assieme. L’immagine qui in alto traduce la quantità di gas serra emessi per la produzione di cibo nel numero di km percorsi in auto che causerebbero le stesse emissioni.
I consigli di base per un menu ecosostenibile
Cosa possiamo fare concretamente, quindi, per ridurre l’impatto di quello che mangiamo sull’ambiente? Naturalmente, scegliere quanto più possibile prodotti di origine vegetale, dando spazio sulla nostra tavola a cereali, frutta, verdura, legumi e frutta secca, come ci ricorda la “piramide” alimentare vegana stilata dalla SSNV. Per avvicinarsi alla cucina 100% vegetale può essere utile iniziare con delle ricette semplici, come quelle che abbiamo raccolto nel nostro minisito: tante idee alla portata di tutti, dall’antipasto al dolce, per rendere quello che mangiamo buono per noi, gli animali e l’ambiente.