Vegolosi

Licia Colò protesta contro i granchi vivi confezionati: “E’ amorale” – VIDEO

“Mi sento impotente, farò una protesta ufficiale a Carrefour. Ritengo che sia una cosa amorale.” Licia Colò presentatrice tv e nota appassionata di storie di animali, ha commentato così la presenza di granchi ancora vivi venduti in una confezione chiusa in un supermercato della capitale. La giornalista in un video postato sul suo profilo pubblico di Facebook ha mostrato le immagini di tre vaschette nel reparto pescheria del market in cui agonizzavano alcuni granchi. Le immagini hanno raggiunto quasi un milione e mezzo di persone i pochi giorni.

“Anche se forse sarà una cosa quasi inutile, comprerò queste tre scatole di granchi che costano 1,69, e abitando vicino al mare ad Ostia, li voglio liberare. Non so che fine faranno, ma comunque ci proviamo. Voglio lanciare questa protesta alla Carrefour di non mettere più in vendita animali vivi“. Licia Colò ha poi postato un ulteriore video, in diretta dalla spiaggia di Ostia, in cui mostra la liberazione degli animali. “So che può sembrare una follia, – dice sempre la Colò nel video – ma per me è una questione di principio, è un messaggio”. 

Il Regolamento del Comune di Roma sui diritti degli animali, intanto, parla chiaro nell’articolo 52 parte I/b: “E’ vietato conservare ed esporre per la commercializzazione sia all’ingrosso che al dettaglio, nonché per la somministrazione, prodotti della pesca vivi ad esclusione dei molluschi lamellibranchi (cosiddetti frutti di mare), al di fuori di adeguate vasche munite di impianto di ossigenazione e depurazione dell’acqua con lunghezza minima quattro volte superiore alla lunghezza dell’animale più grande; oltre i due esemplari la dimensione minima va aumentata del 20% per ogni animale aggiunto”. Insomma, quelle vaschette coperte di plastica in cui far morire soffocati i granchi nel supermercato non ci dovevano stare.

La risposta ufficiale del supermercato: parte l’indagine interna

La catena di supermercati ha risposto alla Colò proprio sui social, assumendosi la responsabilità della situazione: “Ci dispiace per il grave episodio. Il prodotto oggetto del video sarebbe dovuto essere venduto sfuso. Abbiamo avviato, infatti, un’indagine interna per evitare il ripetersi di questo errore, vista la sempre maggiore attenzione che rivolgiamo alla conservazione, all’esposizione e alla vendita di prodotti ittici vivi nei nostri reparti pescheria. Prendiamo seriamente in considerazione la tutela degli animali destinati alla vendita per finalità alimentari. Ad esempio, sottoscriviamo dal 2015 un protocollo con MSC Pesca Sostenibile (Marine Stewardship Council), creando un sistema virtuoso che spinge i nostri fornitori a certificarsi ed approvvigionarsi di materie prime certificate MSC”. 

Il commento del presidente della LAV

“Esiste una sentenza della Cassazione molto precisa che indica come reato tenere crostacei con le chele legate e sul ghiaccio, ma una situazione come questa è decisamente inedita” – commenta Felicetti ai microfoni di Vegolosi.it  – “Immagino che non sia una prassi del supermercato impacchettare i crostacei vivi anche perché solitamente vengono venduti “sfusi”. Secondo il presidente della LAV, che ha spiegato di non aver mai ricevuto altre segnalazioni di una situazione simile nel nostro paese, è possibile che i granchi siano stati confezionati ancora vivi e a quel prezzo così basso solo per smaltire le giacenze della pescheria. Essendo sera molto tardi (il supermercato è aperto 24 ore su 24, ndr) è ipotizzabile che non ci fossero più addetti alla vendita diretta e che quindi gli animali abbiano subito quella sorte per fare in modo che venissero comunque venduti. “E’ certamente una situazione completamente insostenibile a livello morale” conclude Felicetti.

La posizione dell’avvocato Ricciuti che si batte per i diritti animali

Vegolosi.it ha raggiunto anche l’avvocato Alessandro Ricciuti presidente Animal Law. “La condizione dei granchi nel filmato è ben lontana da quella che è l’attuale sensibilità acquisita nel nostro paese in tema di benessere animale. Non a caso, si sono levate proteste indignate sui social. È un segnale positivo: ci si interroga sempre più sulla necessità di garantire anche a questi animali condizioni adeguate di detenzione mentre sono esposti sui banchi delle pescherie – spiega l’avvocato – pensare al benessere di animali destinati comunque a morire per esaudire i piaceri del palato può sembrare ipocrita ma rappresenta un dovere della collettività, considerato che la scienza e anche la legge qualificano gli animali come “esseri senzienti”. Si tratta di un dato acquisito da cui non si può rinunciare e che prescinde dalle motivazioni etiche, sulle quali comunque sempre più ci si interroga al giorno d’oggi.”

La polemica sul web

Molti coloro che fra il pubblico si sono schierati a favore della conduttrice che avrebbe lanciato “un messaggio giusto e positivo”, per molti altri invece il problema della merce viva e della sua amoralità è soltanto una foglia di fico: sono tanti, troppi gli animali, già morti che vengono commerciati per finire sulle nostre tavole: “Vanno tutelati tutti gli animali, non ha senso pensare che solo perché li vediamo vivi allora la situazione sia più grave di una bistecca” sostiene Carla in uno dei più di 9mila commenti che hanno seguito il post in diretta della Colò.