Un nuovo studio del Dipartimento di psicologia della Durham University che si trova nella città di Durham, nel nord-est dell’Inghilterra, ha mostrato come applicare sulle confezioni di carne e affettati delle etichette di avviso simili a quelle presenti sulle sigarette ne abbatte il consumo fino al 10%.
Lo studio e il suo obiettivo
L’obiettivo dello studio era quello di verificare quale potesse essere un modo per abbattere i consumi di carne nel Regno Unito dato che un sondaggio governativo recente ha mostrato come il 72% della popolazione si definisca “consumatrice di carne”. Eppure ovunque si parla chiaramente della necessità di abbattere i consumi di alimenti di origine animale, in prima luogo della carne rossa che, insieme al latte, rappresenta uno fra gli alimenti la cui catena di produzione genera, non solo più emissioni di gas climateranti come la CO2 ma anche il maggior consumo di acqua.
Ecco allora l’idea di apporre sulle confezioni di carne delle etichette che mostrano i rischi per il clima, la salute personale e la possibilità di nuove pandemie, con lo stile che abbiamo imparato a conoscere sui pacchetti di sigarette e sigari. Il test è stato realizzato su un campione di mille persone e ha dimostrato chiaramente come, senza significative differenze fra le diverse tipologie di etichette, la presenza degli avvisi porta ad un calo fra il 7.4% e il 10% dell’acquisto.
Un risultato interessante, spiegano i promotori dello studio, dato che la Climate Change Committee che si interfaccia con il governo britannico fornendogli consulenza sul tema della crisi climatica, ha raccomandato per la nazione una diminuzione del consumo di carne e latticini del 20%. Tutti i partecipanti hanno anche dichiarato di essere d’accordo all’introduzione di etichette simili sul cibo di origine animale se queste venissero introdotte come politica socio/economica in Inghilterra.