Vegolosi

L’America diventa più pericolosa: consumi di carne senza precedenti nel 2018

Gli americani vorranno sempre più proteine animali nei loro piatti: questa è la previsione, funesta, del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America per il 2018 in uno studio recentemente pubblicato. Una notizia davvero terribile non solo per la salute della popolazione ma anche per tutto quello che la produzione e il consumo di carne e derivati determinano in chiave economica ed ecologica.

I dati sono sconcertanti: secondo la USDA, infatti, le previsioni di consumo sul 2018 saranno di circa 100 chilogrammi di carne rossa e pollo all’anno per ogni americano. Questo dato si traduce in circa 1,9 chilogrammi di carne procapite alla settimana. Cifre senza precedenti e pericolosissime per la salute umana, dato che le raccomandazioni sui consumi fornite dallo stesso Dipartimento, parlano di massimo 170 g di proteine animali al giorno, che si tradurrebbero in circa un chilogrammo a settimana, quindi la metà di quelli che sono i consumi stimati per il prossimo anno.

Insomma la popolazione americana, complice il costo sempre più basso della carne (il petto di pollo ha raggiunto un picco negativo di prezzo mai visto nei 5 anni precedenti), mangerà esattamente il doppio della carne raccomandata. Un problema gravissimo che pare non arginarsi nonostante gli allarmi e le informazioni sempre più chiare riguardo i rischi per la salute e i danni incredibili all’ambiente generati dall’industria della carne (senza nemmeno citare la carneficina di miliardi di animali trattati come oggetti che ogni anno muoiono per finire sulle tavole).

La situazione in Italia

Nel nostro paese la situazione non è migliore. Se in effetti, secondo lo studio prodotto da Cia-Agricoltori italiani,  in 13 anni (dal 2000 al 2013) il consumo di carne in Italia è sceso del 25%, assestandosi a 75 chilogrammi pro capite annui, si tratta comunque di consumi molto alti: le linee guida per la prevenzione di tumori stilate dall’AICR, una tra le più importanti associazioni di ricerca contro il cancro a livello mondiale, sono molto chiare, ossia evitare del tutto la carne lavorata, già considerata cancerogena dall’OMS  e di limitare a 500 grammi il consumo settimanale di carni rosse. Facendo però un rapido calcolo, 75 kg annui di carne sono circa 1 kg e mezzo alla settimana, il triplo rispetto a ciò che suggerisce l’AICR.

Cresce, però, il mercato dei sostituti a base vegetale

In modo quasi schizzofrenico, però, arrivano anche notizie sul mercato dei prodotti proteici a base vegetale. Secondo una previsione economica pubblicata da Research and Market,  dal 2017 al 2023 il mercato dei sostituti proteici registrerà un incremento percentuale in termini di valore sul mercato del 6,7% con un valore di circa 800 milioni di dollari sul mercato al dettaglio. L’area geografica che, secondo la previsione, registrerà un maggiore incremento nella richiesta dei sostituti vegetali della carne sarà l’area asiatica della costa Pacifica, come Cina, Australia, Corea del Nord, Corea del Sud e Giappone.