La scelta vegana è “imposta” ai bambini, la scelta vegana “è di per sé squilibrata”, i più piccoli “hanno bisogno di mangiare carne e pesce”: così il quotidiano “La Repubblica” racconta in un articolo intitolato “Vegano a tutti i costi, triplicati in un anno”, l’avanzare di una sorta di armata delle tenebre che sembra voler rendere affamati, stanchi e con gravi problemi di salute, sempre più italiani. Ancora una volta le parole sono usate con una certa pericolosa leggerezza e per questo, di nuovo, la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana presieduta dalla dottoressa Luciana Baroni, interviene a chiarire alcuni punti con un comunicato stampa.
La disinformazione in tema di nutrizione regna sovrana – si legge nella nota – ci si fida più dei luoghi comuni che della scienza. Così, incredibilmente, una delle maggiori testate nazionali non si vergogna nell’affermare che un’alimentazione 100% vegetale è “senza proteine, minerali e vitamine”. Il messaggio principale che aleggia intorno a molta dell’informazione sul tema, infatti, sembra sempre essere quello che la scelta vegana non è impossibile, certo, ma è pericolosa se non si sta davvero molto attenti ossia se non si è seguiti passo passo da un nutrizionista, affermazioni che appaiono non valere per un regime alimentare “onnivoro” dove la figura del nutrizionista non viene nemmeno ventilata (se non quando si vuole dimagrire, e a volte nemmeno per quello). “Come mai tanto oscurantismo allora? – continua la SSNV – Perché non basarsi su quanto afferma la scienza, anziché su luoghi comuni vecchi di decenni? Solo per volontà di fare polemica o per conflitto di interessi?”.
Mille attenzioni per i bambini vegan?
Secondo il dottor Mario Berveglieri, perdiatra e co-promotore dell’iniziativa Rete Famiglia Veg (sito online che comprende anche una sezione proprio dedicata ai giornalisti) l’attenzione per l’alimentazione dei più piccoli vale sempre: “La corretta pianificazione della dieta è sempre necessaria, per donare loro una salute ottimale, e questo indipendentemente dal tipo di alimentazione. E una corretta pianificazione è più semplice quando la dieta è 100% vegetale, perché vengono già eliminati a priori i cibi più problematici, quelli di origine animale”. Secondo Berveglieri, inoltre: “Una dieta onnivora fatta a caso, senza seguire le corrette linee guida e senza preoccuparsi di fornire i nutrienti essenziali, e di evitare gli eccessi, mina la salute del bambino per il resto della sua vita.”.
Insomma sembra chiaro che le attenzioni e il clima di paura attorno alla scelta vegan per i più piccoli non ha un fondamento reale: l’attenzione e l’esclusione di qualsiasi forma di fai da te valgono sempre sia per una scelta a base 100% vegetale che per una onnivora, solo che questo elemento ai giornalisti di alcune testate pare non interessare.
Cosa rispondere, invece, alle affermazioni secondo le quali, nell’articolo di Repubblica, “Mangiare carne e pesce è necessario” per i bambini? Il dottor Berveglieri spiega: “Certamente, non è necessario! Considerando le posizioni espresse dall’Accademia Americana di Pediatria e dall’Academy of Nutrition and Dietetics, l’associazione dei nutrizionisti statunitensi. Posto che ogni regime dietetico per i bambini deve essere correttamente pianificato e integrato (per esempio, per tutti i bambini è raccomandata l’integrazione della vitamina D), le diete vegetariane, comprese le diete vegane, non soltanto sono salutari e adeguate a livello nutrizionale, ma apportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie.”
Sono moltissime, inoltre, le testimonianze che arrivano dalle famiglie che hanno scelto un’alimentazione vegana per i propri bambini fin dallo svezzamento. Una grande occasione di scoprire queste famiglie ed ascoltare le loro storie è quella di seguire le puntate del documentario “Bambini vegani meravigliosi” ideato da Veggie Channel con la collaborazione proprio della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana: un viaggio bellissimo, ricco di testimonianze reali e sincere.
Dieta vegana in età pediatrica: intervista al dottor Mario Berveglieri