Immaginate che in una delle vostre frenetiche giornate da adulti, mentre fate colazione, vostro figlio (o figlia) vi dica la seguente frase: “Nei giorni scorsi ho venduto alcuni gioielli e vestiti che ho trovato nel tuo armadio per una missione importante: devo salvare il Pianeta”. Inizia così “La Crociata” (The Crusade), il film scritto profeticamente dallo sceneggiatore Jean-Claude Carrèire ancor prima dell’ascesa dei giovani attivisti, e che Louis Garrel ha deciso di dirigere e interpretare solo dopo aver visto Greta Thunberg pronunciare all’ONU il suo famoso discorso: “How dare you?”.
Una rottura degli schemi per Garrel
Il film, presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes (nella sezione speciale Cinema per il clima), è il terzo capitolo di una serie diretta da Garrel che segue la storia dell’affascinante Abel e mantiene la riproposizione di un ménage à trois: prima tra Abel un amico e una donna amata da entrambi, poi tra Abel, la sua ex compagna Marianne (Leatitia Castà nonché moglie nella vita reale) e una giovane donna, e infine tra Abel ricongiunto con Marianne e il figlio Joseph (Joseph Engel).
Ma c’è una differenza sostanziale che lo allontana in modo definitivo dagli altri: non è solo la forte presenza della lotta per l’ambiente, ma anche lo spostamento dell’asse di attenzione. Dall’inerzia e la staticità della vita adulta che nei film precedenti sembra ingolfata in una rete di sentimenti contorti, si passa alla semplicità e alla reattività dell’età infantile.
Solo i bambini possono salvarci dal riscaldamento globale
Definito una filo-favola per la Terra, il film porta gli spettatori a fare i conti con una realtà inconfutabile: siamo arrivati al punto di non ritorno, la nostra specie va incontro alla sesta estinzione di massa e non stiamo facendo davvero il possibile.
Per quanto negli ultimi anni la politica e non solo si sia affannata nel ricercare il motivo di tanta efficacia del messaggio portato avanti dalla Thunberg, non è riuscita capire l’equazione fondamentale: il testimone è passato dai grandi ai giovani.
La maggior parte degli adulti infatti sembra essere assopita e dimentica del suo potere di fare la differenza perché si agita confusa in un’epoca che sta smantellando tassello per tassello la società che l’ha cresciuta. Ripudiare il consumismo, il capitalismo e l’idea che sono i soldi a fare la felicità, solo così si potrà iniziare a parlare davvero di soluzioni ecologiche e sostenibili per arrestare l’inevitabile. Serve rieducare a una nuova forma mentis.
I veri protagonisti de “La Crociata” infatti sono il giovane Joseph e la piccola Lucile (Julia Boème) che si rendono portavoce non solo della leggerezza e delle idee che hanno i bambini, ma anche della spontaneità con cui un film che dura letteralmente poco più di un’ora, riesce a raccontare la crisi climatica in un modo più incisivo del recente blockbuster di Hollywood Don’t look up.
Il grande punto di forza è la sua semplicità
Se in Don’t look up due scienziati disincantati di mezz’età come Leonardo di Caprio e Jennifer Lawrence cercano di avvisare l’umanità del meteorite che di lì a poco colpirà la Terra, Joseph e i suoi amici riescono a mettere su uno dei più grandi piani mai realizzati per contrastare la desertificazione. E la cosa più bella è che il tutto sembra davvero plausibile.
Il messaggio dunque è forte e chiaro: svegliatevi. Non abbiate paura di ascoltare le realtà scomode sia per quanto riguarda le relazioni umane, sia per quanto riguarda la lotta dei nostri tempi per la difesa del Pianeta. Siate pronti ad accettare la nuova generazione ha intenti chiari, nitidi ed è senza freni e senza paure. Lasciatevi trasportare dal coro di voci che si alza a partire dalla rabbia, dalla consapevolezza e dal sentirsi pronti a dedicare anima e corpo a una sola causa: lottare per il pianeta A.
Il film è godibilissimo, a tratti lievemente disturbante e satirico, a tratti pungente e stimolante e ovviamente se ne consiglia la visione a tutta la famiglia.
D.F