Le polemiche non mancano mai per questo evento in spiaggia. Anche quest’anno alcune associazioni ambientaliste hanno fatto notare la questione dell’impatto ambientale dei concerti organizzati in spiaggia da Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti.
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha scritto nuovamente al Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani – come riporta una nota stampa – “a seguito dei gravi danni ambientali anche a carico delle specie selvatiche, tra l’altro in riproduzione, che il Jova Beach Party, nonché altre manifestazioni e concerti svolti in aree naturali, stanno causando e che cittadini, mondo scientifico e associazioni da tempo denunciano”. Enpa continua e spiega: “Animali che vedono distrutti i propri siti di riproduzione e sosta; giovani uccelli e cuccioli “selvatici” che muoiono, privati delle cure parentali; tagli di alberi e siepi; lavori nelle spiagge che compromettono l’ecosistema dunale; il grande e fragoroso disturbo causato dalla musica “sparata” ad alto volume. Questi gli effetti di tali spettacoli, che tra l’altro avrebbero come obiettivo proprio la tutela dell’ambiente che invece distruggono”.
Secondo l’associazione esistono luoghi preposti per questi spettacoli, come i palazzetti o gli stadi oppure aree abbandonate e da recuperare, ma non certo le spiagge. Ecco perché l’associazione ha chiesto “un immediato provvedimento restrittivo da parte del ministero interessato, responsabile e custode della biodiversità per lo Stato italiano, anche alla luce delle recenti modifiche costituzionali, che all’art. 9 ha introdotto, tra i doveri della Repubblica, la “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.
Anche la Lipu, come aveva già fatto per la prima edizione del tour musicale nel 2019, è tornata a spiegare le motivazioni del suo “no” a questo tipo di iniziativa: “È una scelta sbagliata – dice Giorgia Gaibani, responsabile Difesa del territorio e Natura 2000 della Lipu – perché mette a rischio un ambiente delicatissimo, con habitat e specie spesso molto sofferenti, come ad esempio il fratino, monitorato e tutelato in Italia dal Comitato nazionale conservazione fratino, e la tartaruga marina Caretta caretta. Un ambiente, quello delle spiagge, che va curato e preservato, e nel quale le attività turistiche e la fruizione, più in generale, deve essere sostenibile”.
Fra gli sponsor anche Fileni
Le incongruenze in questo tour non mancano. Nonostante in alcune interviste lo stesso Cherubini abbia spiegato la volontà di mostrare le eccellenze – anche gastronimiche – durante il suo tour, e l’attenzione al tema della sostenibilità – a cui è dedicato un’intera pagina del sito della società che organizza il concerto, la Trident Music – i dubbi rimangono. Un evento all’aperto a cui partecipano almeno 60 mila persone – questi i numeri della prima tappa a Lignano con biglietti che partono da 50 euro e arrivano fino a 300 per le aree vip – difficilmente riesce a non lasciare tracce in un’ambiente così delicato come la spiaggia; Il Post riporta le parole di Roberto Tinarelli, ornitologo: “Anche se luoghi trasformati e plasmati dal turismo balneare, le spiagge sono comunque ambienti naturali e fragili”.
L’acqua distribuita solo in lattine di alluminio durante il tour è certamente un’ottima notizia, ma non è altrettanto comprensibile la scelta di uno sponsor come Fileni come mette in evidenza la giornalista Sabrina Giannini in un post Instagram: “Chi vuole Jovanotti come guru sostenibile per ragioni di marketing e interessi crede che un vegetariano come lui (così ha dichiarato almeno) sia coerente se viene sponsorizzato dal terzo gruppo italiano che alleva in modo intensivo polli broiler?”.
Jovanotti su Corriere della Sera ha spiegato la questione legata alla sua alimentazione – ne abbiamo parlato anche sul nuovo numero di Vegolosi MAG mensile – sostenendo di non mangiare carne, vero, e di ritenere terribili gli allevamenti intensivi, ma che “il cibo è libertà” e lui non si sente di “far parte di nessuna categoria”.
Il tour continua, le polemiche rimangono, ma chi ci rimette sono sempre e comunque l’ambiente – che diventa teatro perfetto del divertimento da sfogare senza se e senza ma nel “post” pandemia (sic.) – e gli animali che non sono abbastanza importanti da poter fermare una macchina musicale da milioni di euro.