Jane Birkin è la voce incredibilmente seducente che bisbiglia, canta e ansima sulle note di “Je t’aime, moi non plus“. È la ragazza bionda che appare in “Blow Up” di Michelangelo Antonioni. È anche la musa di Hermès, che ha dato il suo nome alla borsa più famosa, la Birkin Bag appunto, che può costare fino a 120 mila euro. Proprio la borsa è al centro delle polemiche: perché la Birkin, la persona, ha chiesto alla casa di moda di togliere il suo nome dalla Birkin, la borsa. Tutto questo perché l’attrice e cantante britannica ha scoperto tramite i video dell’associazione animalista americana PETA (pubblicati poche settimane fa) che i coccodrilli da cui si ricava la pelle per realizzare la borsa vengono maltrattati e torturati prima di essere macellati.
La Birkin Bag è uno dei simboli universali del lusso: il suo prezzo, in certi casi stratosferico, è dovuto alla sua realizzazione con pelle di coccodrillo, appunto, e diamanti. Ora la Birkin attrice non ci sta e vuole che la borsa, inventata per lei che doveva fare lunghi week end e trasportare appunti e oggetti personali comodamente ma senza perdere in femminilità, cambi nome. Hermès si è limitata a far partire immediatamente degli accurati controlli negli stabilimenti in cui si realizza la sua (discussa) creazione più celebre.