Sono arrivate anche le immagini dalla procura di Brescia a confermare quello che succedeva a Ghedi ai bovini destinati al macello. Mucche a terra, non più in grado di deambulare, venivano strattonate, prese a calci, stordite e trasportate con muletti meccanici verso il loro destino. Tutto questo sotto gli occhi del veterinario che doveva assicurare la liceità delle pratiche, il dott. Pavesi.
Le immagini arrivano da telecamere nascoste installate dalla Procura presso i cortili di Italcarni, dopo la lettera giunta agli stessi inquirenti da parte di un’altra veterinaria, la dott.ssa Vergerio, a cui venivano fatte telefonate dallo stesso Pavesi che invitava ad allentare i controlli sulle procedure, altrimenti sarebbero stati “guai”. Il pubblico ministero Cassiani, fa mettere le telecamere e poi rinvia a giudizio due veterinari, uno dei quali è proprio Pavesi.
Le pratiche mostrate sono totalmente illegali: gli animali non più in grado di deambulare andrebbero macellati sul camion che le ha trasportati oppure direttamente presso l’allevamento. Il pericolo per il consumatore è altissimo: le infezioni, le ferite, il sangue e gli escrementi degli animali contaminano i processi di macellazione e, quindi, la carne. L’ istituto zooprofilattico di Torino ha analizzato i campioni di carne provenienti da Ghedi, riscontrando tracce di due dei più letali tipi di salmonella per l’uomo. La carne è stata giudicata dallo stesso Istituto “invendibile” a causa delle tracce batteriche presenti, che sono del 50% superiori ai massimi consentiti. Il sindaco di Ghedi, Lorenzo Borzi, spiega all’inviata di Servizio Pubblico che ha lanciato le immagini, Giulia Innocenzi, che il proprietario di Italcarni è suo cognato e che per lui il vero maltrattamento animale “è trattare gli animali come bambini, invece sono animali…”.
“Lo scandalo degli animali a terra è stato denunciato già dieci anni fa dalla LAV – dichiara Roberto Bennati vice presidente dell’associazione – e nonostante le condanne in diversi Tribunali e le note Ministeriali prodotte sull’argomento, è ancora una vergognosa prassi zootecnica molto diffusa”. Quello che succede è la norma in Italia? Forse no. Ma quello che lascia sbalorditi, ancora una volta, è la crudeltà assoluta con cui questi animali vengono trattati per realizzare prodotti non necessari all’alimentazione umana, ma anzi, come confermato dall’Oms che possono aumentare la percentuali di danni al nostro organismo, comprese patologie molto gravi.
Ai nostri microfoni la dott.ssa Luciana Baroni era intervenuta sulle affermazioni di Coldiretti che ritenevano la carne italiana “più sicura”: “I metodi di allevamento intensivo – ha spiegato – sono incompatibili con la salubrità delle carni”.